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Cittadinanza onoraria a Liliana Segre

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La Senatrice ringrazia il Consiglio Comunale di Campobasso: “La vostra città sarà anche la mia e renderà più saldi i nostri valori”

di quotidianodelmolise.com

29 gennaio 2020

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La senatrice Liliana Segre ringrazia il Consiglio comunale per la cittadinanza onoraria insieme con Ettore Terracina, nipote del compianto Piero

La senatrice a vita, Liliana Segre, non potendo essere fisicamente presente, ha inviato un messaggio al Consiglio comunale di Campobasso per il conferimento della cittadinanza onoraria, avvenuto con la consegna della pergamena proprio ieri, 27 gennaio, giorno della Memoria. «Da oggi siamo dunque concittadini e la vostra città sarà anche la mia. Una cittadinanza onoraria – si legge nel messaggio – è un atto che istituisce un legame ed una empatia che sono sempre cifra di umanità e di idem sentire civile oltre che civico.  Sono dunque ben felice di potermi dire da oggi vostra concittadina, purtroppo ragioni di età e di salute mi impediscono di essere presente fra voi come vorrei, ma ci tengo a condividere con voi i sentimenti democratici e antifascisti che storicamente sono appannaggio della terra molisana. Certa che la condivisione della cittadinanza renderà più saldi i nostri valori e i nostri principi, auguro alla vostra, anzi nostra, comunità un futuro di prosperità e di progresso morale e civile. Conoscere e conservare la storia – ha concluso la senatrice – è infatti la premessa indispensabile di una cittadinanza piena, consapevole e democratica». 

Un messaggio di ringraziamento è giunto al Comune di Campobasso anche da Ettore Terracina, nipote del compianto Piero, anch’egli insignito della cittadinanza onoraria: «Con zio siamo stati in questa città in uno dei giorni in cui l’ho visto più felice, quando a lui, cittadino Italiano che era stato cacciato a 10 anni dalla scuola solo per il fatto di essere di religione Ebraica, l’università del Molise – ha ricordato – conferì la laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria e di questo ringraziamo ancora il professor Di Nuoscio. Dopo un lungo periodo di silenzio, dovuto al timore di non essere creduto, zio, come tanti altri sopravvissuti, prese l’impegno civile di portare la sua testimonianza dovunque gli venisse richiesto e lo ha fatto fino a pochi giorni prima della sua scomparsa, l’8 dicembre 2019. Il 5 dicembre è diventato vostro concittadino.

Permettetemi di chiudere questo messaggio con una sua riflessione sulla parola Cittadinanza: “Un insieme di diritti e di doveri che riguardano un gruppo di cittadini. Essere cittadini implica essere riconosciuti tali da uno stato. Uno stato ingiusto può arrivare persino a rovesciare il rapporto esistente di diritti e doveri revocandoli ad alcuni cittadini resi non più tali. Questo è accaduto a me e a tanti altri correligionari a cui fu tolta la cittadinanza e i diritti con le leggi razziali del ‘38 e degli anni successivi, fino a toglierci la libertà soltanto per la nostra religione, ma eravamo sempre stati cittadini con pieni diritti e pieni doveri. Oggi ci sentiamo e siamo protetti – si conclude nel messaggio – ma quello che accadde allora non dovrà mai più accadere verso nessuna minoranza».

di quotidianodelmolise.com

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