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Il misterioso portale della chiesa barocca dell’Assunta a Fossalto

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 Mele limoncelle e due misteriose facce di pietra a Fossalto, l’antica Fossaceca

di Franco Valente - fb

10 gennaio 2020

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Per un puro accidente, qualche anno fa, mi sono trovato a Fossalto insieme a Michele Tanno che, oltre che essere un eccellente agronomo, è anche uno studioso della storia dell’alimentazione nel Molise. Ci siamo incontrati mentre, particolarmente incuriosito, ero intento a fotografare due grappoli di frutti che appaiono sul misterioso portale settecentesco della chiesa barocca dell’Assunta, al disotto di altrettanto misteriose facce di pietra che guardano verso direzioni opposte rispetto all’ingresso.

Per me quello di Fossalto è complessivamente un portale piuttosto strano non solo perché le facce di pietra non hanno nulla di agiografico che possa ricondurle all’immagine di qualche santo, ma anche perché grappoli di frutti simili non li ho mai visti nella nostra regione. Michele Tanno mi ha dato la soluzione e quando, con affermazione sicura, mi ha svelato che si tratta di mele limoncelle è come se mi si fosse aperto uno scenario da interpretare.
Credo che chiunque abbia percorso le campagne interne del Molise prima o poi si sia imbattuto in una pianta di mele limoncelle e non abbia resistito alla tentazione di mangiarne qualcuna. Anche perché è una pianta che dà l’impressione di essere selvatica e che non sia un delitto rubarne il frutto.
La mela limoncella è un’antica varietà che si trova nelle aree interne del Molise. Si può considerare una pianta tipica, quasi autoctona, anche se qualcuno ritiene che sia venuta nelle parti nostre perché importata dalle falde dell’Etna. Attecchisce nelle zone di media ed alta collina e giunge a maturazione tardivamente rispetto alle mele tradizionali. Si riconosce per il suo profumo intenso ed il sapore dolce benché leggermente acidulo,
Le sue dimensioni non sono particolarmente grandi. Anzi è un frutto piuttosto piccolo, esattamente come quello che è rappresentato sul portale della Parrocchiale di Fossalto. Ma perché sulla facciata della chiesa di Fossalto appaiono questi due grappoli di mele tipicamente nostrane al disotto di due facce di pietra anonime? Il mistero rimane, ma andando a guardare i particolari forse qualcosa si può tentare di capire. E’ difficile pensare che gli elementi che compongono il portale dell’Assunta di Fossalto siano il frutto di scelte iconografiche casuali o improvvisate. Intanto va considerato che l’anno di esecuzione del portale, il 1708, non coincide con l’epoca di origine della chiesa (molto più antica) o delle sue trasformazioni (anche di epoca successiva al portale). Risponde ad un criterio compositivo molto in uso nel secolo precedente quando, seppure in forme meno appariscenti, si usava dare un significato teologico alle varie parti che in genere lo componevano. E nel Molise si trovano numerosi esempi. La derivazione è quella dei portali con timpano spezzato all’interno del quale appare una falsa finestra che in genere contiene la rappresentazione dell’Eterno o della Madonna. Vale la pena notare che una simile tipologia compositiva si ritrova in tutti gli altari lignei seicenteschi e settecenteschi del Molise centrale dove la parte bassa è in genere destinata ad ospitare le immagini dei Santi che ne sono titolari, mentre la finestra in alto, salvo pochissime eccezioni, in genere rispetta il canone della dedicazione all’Eterno o alla Madonna. Essa rappresenta la cosiddetta Janua coeli, la porta del Cielo dalla quale si affaccia il Padreterno quasi sempre benedicente o la Madonna, quasi sempre Assunta o Immacolata. Diverso dal cosiddetto rosone che, invece, rappresenta l’occhio di Dio e che nel Rinascimento assume la forma di una finestra. E’ il caso di Fossalto dove nella falsa apertura inserita nel timpano spezzato una volta era l’immagine dell’Assunta, come si ricorda in una relazione del notaio Nicola Orlando del 1728: “Sull’architrave vi è un finestrone di pietra lavorata e con una croce pure in pietra, e dentro di essa vi è una immagine pittata a fresco della Ss.ma Assunzione” (da A. Pizzi, Fossalto, Campobasso 2000). E’ piuttosto inconsueto che in questo tipo di portale sia completamente assente una lapide dedicatoria o commemorativa essendosi limitato il vescovo committente o il parroco dell’epoca solo ad apporre la data del 1708 al centro dell’architrave al disopra del quale il timpano che si sviluppa da due spirali reggi-globo schematicamente allude al monte del Calvario con la sovrapposizione al culmine di una croce dai bracci a terminazione trilobata. Più articolato il timpano del sottostante portale che si caratterizza per due cornici spezzate speculari formate ad andamento misto con la parte inferiore in quarto di ellisse e la superiore rettilinea. Alla cornice curva fa da sfondo una spirale reggi-globo che si allunga a mantenere una grande pigna. Il tutto per limitare due piccole lastre lapidee contenenti altrettanti simboli solari a svastiche concentriche dai raggi curvi. Il cornicione del timpano tende a monumentalizzarsi con l’avanzamento della cornice in corrispondenza dei due rocchi di semipilastri a tre scanalature poggianti su mensole a foglie d’acanto e mediati da un falso capitello a palmette.
Insolito, come si è accennato, l’apparato decorativo della fascia esterna del portale per la presenza di due facce che, specularmente contrapposte, caratterizzano la parte superiore. Sostanzialmente simili, benché speculari, i due volti hanno una particolare acconciatura dei capelli che sono intrecciati a formare una coda a cui è appeso un calice a campanula dal quale sembra uscire un melograno aperto a mostrare i grani.
Non si tratta evidentemente solo di un motivo decorativo. La dimensione del volto e l’allegoria del melograno fanno pensare a una precisa volontà di ricordare qualcosa o di alludere a qualcos’altro.

di Franco Valente - fb

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