Parco del Matese

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Si litiga sui confini. Comuni scettici, accuse di incongruenze e controproposte

di primonumero.it

8 gennaio 2020

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Il 31 dicembre: era questa la data entro la quale approvare il perimetro del Parco del Matese, l’area naturalistica protetta istituita nel 2017 dall’allora Governo Gentiloni che racchiude il Molise e la Campania. Per questo la giunta guidata da Donato Toma si è riunita il penultimo giorno del 2019 per approvare l’apposita delibera (la numero 558 del 30 dicembre) da spedire a Roma.

Il documento doveva racchiudere le proposte elaborate in questi ultimi mesi dal territorio, in particolare dalle amministrazioni comunali direttamente interessate.  Tuttavia, non è stata trovata la sintesi necessaria ad inviare una proposta unitaria al Ministero. Anzi, il risultato è un guazzabuglio, almeno secondo alcuni dei protagonisti coinvolti nel processo di delimitazione di un’area che potrebbe rilanciare dal punto di vista economico un territorio sempre più povero, nel quale i piccoli centri di montagna rischiano di scomparire perchè i giovani se ne vanno e la popolazione è sempre più anziana.

“Il Matese è un’area che sta diventando sempre più marginale”, nonostante sia “dotata di un patrimonio ambientale unico che potrebbe rappresentare una chiave straordinaria per attrarre investimenti e rilanciare l’economia locale”, si legge anche nella relazione allegata alla delibera.

Sono diciassette i Comuni coinvolti nell’area del Parco, ‘La Gallinola – Monte Miletto – Monti del Matese’: sette della provincia di Campobasso (Bojano, Campochiaro, Colle d’Anchise, Guardiaregia, San Massimo, San Polo Matese, Sepino), dieci nella provincia di Isernia (Castelpetroso, Castelpizzuto, Isernia, Longano, Macchia d’Isernia, Monteroduni, Pettoranello del Molise, Roccamandolfi, Santa Maria del Molise, Sant’Agapito).

In realtà alcune amministrazioni, scettiche rispetto alla proposta dei tecnici dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha previsto una serie di forme di salvaguardia ambientale, hanno elaborato una sorta di ‘controproposta’ con una loro ipotesi di perimetrazione.

Anche Legambiente ha espresso forti dubbi rispetto alla documentazione inviata al Ministero dal governo Toma. “Notiamo solamente la realizzazione di un compitino, che in alcune sue parti contiene degli errori da sottolineare con la matita rossa”, il giudizio dell’associazione ambientalista che ha evidenziato pure le “forti contraddizioni” tra “la proposta di perimetrazione della Giunta regionale e quanto ipotizzato dal Servizio regionale competente, completamente in contrasto tra loro. Se quest’ultima risulta molto simile a quella formulata dall’Ispra, la proposta formulata dalla Giunta regionale ci lascia con molti dubbi”.

Ci sono alcune aree – come Guardiaregia (che ospita l’oasi naturalistica del Wwf), San Massimo (con la località sciistica di Campitello Matese) e Longano – escluse dalla perimetrazione approvata dalla Regione Molise. Erano state inserite dai tecnici dell’Ispra nella cosiddetta Zona 1, quella in cui le regole sono più rigide e “le azioni di conservazione dovrebbero essere spinte ai massimi livelli”.

>Occorre poi chiarire il ruolo di Campitello Matese: valorizzarne la vocazione naturalistica o accentuare la ‘mano’ dell’uomo potenziandola come stazione sciistica. “L’assenza di precipitazioni nevose – hanno argomentato da Legambiente – ci dimostri l’insostenibilità economica e ambientale di quegli impianti”.

Un’altra contestazione riguarda “la decisione di lasciare fuori dalla perimetrazione le sorgenti del Biferno e Civita di Bojano, giocando all’interno del vuoto amministrativo presente in città a causa del commissariamento (il Comune è guidato dal commissario prefettizio dopo le dimissioni del sindaco Marco di Biase, ndr)”. Tutto in contraddizione con le due delibere adottate dal Comune a favore del Parco.

Altro elemento di critica: “La perimetrazione presentata dall’Ispra contiene al suo interno uno straordinario intervento volto alla conservazione dell’orso bruno marsicano, ossia un corridoio di collegamento attraverso il fiume Volturno tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e l’istituendo Parco Nazionale del Matese. Anche questa ipotesi – la denuncia di Legambiente – è stata eliminata senza nessun tipo di discussione.

Nè si capisce il ruolo della Consulta tecnica per le aree naturali protette, organismo di consultazione e di supporto tecnico-scientifico in materia di protezione della natura, istituita presso l’Assessorato regionale all’Ambiente. “Non è stata “consultata” di recente – insistono da Legambiente – chiediamo all’assessore all’ambiente (Nicola Cavaliere, ndr) di convocarla in tempi rapidi in modo da poter comprendere le motivazioni che hanno portato alla presentazione da parte della Regione Molise di una proposta di perimetrazione che porta con sé più di qualche dubbio“.

di primonumero.it

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