La transumanza è patrimonio culturale dell'Unesco 

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Ieri a Bogotà è stata approvata la candidatura proposta da Italia, Austria e Grecia

di Carmelina Colantuono - fb

12 dicembre 2019

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La transumanza, la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all'unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Lo apprende l'ANSA dal Comitato intergovernativo riunito a Bogotà in Colombia.

Da oggi, inoltre, l'Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice, dall'Irpinia a Puglia i luoghi-simbolici.

Grande la soddisfazione espressa dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell'Ambiente, Sergio Costa per il parere favorevole espresso dai 24 Paesi durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia. Il riconoscimento riguarda tutta l'Italia, dalle Alpi al Tavoliere: le comunità emblematiche indicate nel dossier come luoghi simbolici della transumanza sono diverse, tra cui i comuni di Amatrice (Rieti) da cui è partita la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell'Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese del Premier Conte) in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata. 

I pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato dall'Italia insieme a Grecia e Austria all'Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell'Alto Adige, in Lombardia, Valle d'Aosta, Sardegna e Veneto.

"E' il decimo riconoscimento per l'Italia in questa lista - sottolinea da Bogotà il curatore del dossier di candidatura, Pier Luigi Petrillo - e ci porta il primato mondiale dei riconoscimenti in ambito agro-alimentare, dopo l'iscrizione nel Patrimonio Culturale Immateriale della Dieta Mediterranea, la Pratica della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, l'Arte del Pizzaiuolo napoletano, della tecnica dei muretti a secco e dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe e del Prosecco". (ANSA)


 

Le riflessioni di una donna che per anni si è prodigata perché questo risultato si raggiungesse.

Dopo circa 15-20 anni di duro lavoro, critiche, non condivisioni, fallimenti, lotte ma anche di grandi coinvolgimenti di persone comuni e amiche, media nazionali ed internazionali, territori, comunità finalmente è stato riconosciuto il nostro impegno ; non tanto dalle istituzioni a noi vicino, che forse non hanno mai creduto pienamente in questo progetto, ma da istituzioni molto più in alto che ne hanno, invece, apprezzato e riconosciuto il valore, il lavoro, l’impegno, addirittura considerato il dossier prodotto come Best Practice per le candidature Unesco. 

Forse in questo momento non ne riusciamo a gioire pienamente, ma la soddisfazione per un lavoro ben fatto è Unica!

Abbiamo sempre creduto che questo riconoscimento potesse costituire un’opportunità per le nostre terre rurali, per le nostre aree interne, interessate da una tradizione antichissima come quella della Transumanza. Di sicuro, può essere il trampolino di lancio per una giusta promozione di borghi, ambiente, biodiversità, salute, produzioni, artigianato, benessere animale, cultura, tradizioni, architettura, archeologia, ecc.

L’UNESCO ha acceso i riflettori sulle nostre terre tramite la pratica della Transumanza, noi e soprattutto le nostre istituzioni, adesso, dobbiamo essere bravi a gestire questo riconoscimento per riuscire a generare flussi turistici che possano portare sviluppo ai nostri territori.

Grazie alla grande Famiglia Colantuono, che con sacrifici, fatica, investimenti ha portato avanti questa tradizione senza lamentarsi e senza reclamare mai niente con caparbietà, costanza e rispetto!

Grazie a Nicola di Niro che in questi anni ha pagato un prezzo altissimo pur di vedere realizzato quello che può definirsi un sogno, vedere riconosciuta l’identità dei nostri territori e dare una possibilità di promozione vera alle nostre Terre.

Insieme ASVIR Moligal e Famiglia Colantuono, hanno portato avanti come capofila un progetto internazionale che ha portato a un riconoscimento mondiale. Davide ha vinto contro Golia !

Grazie di cuore agli amici della Transumanza: ai tanti ragazzi che ci hanno accompagnato e supportato in questi anni durante i viaggi della Transumanza, ai giornalisti e fotografi che ci hanno aiutato nella promozione su media nazionali ed internazionali, alle comunità lungo il Tratturo che ci hanno accolto, ospitato ed incitato a continuare sempre, che hanno partecipato con noi offrendoci il loro lavoro, le loro emozioni, il loro saper fare !

Grazie a tutte le comunità delle altre regioni italiane e degli altri stati che hanno condiviso con noi lo stesso obiettivo.

Grazie al grande lavoro dei funzionari del Ministero Prof. Pier Luigi Petrillo, Dott. Alessandro Zagarella e Dott. Ottavio Di Bella, alla Presidenza del Consiglio e all'Ambasciatore Magliano. 

Grazie a chi negli ultimi tempi ha supportato e creduto nel nostro progetto come la Geaco srl e l’UCI nazionale. 

Questo riconoscimento è di tutti noi, della nostra storia, della nostra Terra!

di Carmelina Colantuono - fb

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