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La Stewardship a supporto delle aree interne

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Sostenibilità ambientale e possibilità di sviluppo per il territorio

di Caterina Palombo (da “PrΩmeteΩ”, rubrica mensile de il Bene Comune)

14 novembre 2019

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Il 3 e 4 giugno 2019, in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), la soc. coop. ETICAE - Stewardship in Action e il Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini (ArIA) dell’Università del Molise hanno parlato di sostenibilità ambientale e di come questa rappresenti una grande possibilità di sviluppo per il territorio. Nello specifico, l’evento ha portato la Stewardship in Molise, collegando la gestione etica e responsabile delle risorse che essa rappresenta allo sviluppo territoriale promosso dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) ed alla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS)

L’ evento si è svolto in due giornate ed ha contribuito fortemente a far dialogare i principali attori del territorio: enti pubblici, privati e comunità. Ad aprire il convegno Rossano Pazzagli, direttore dei Centro ArIA, che ha coordinato gli interventi del primo giorno. Il docente Unimol ha evidenziato sin dall’inizio l’importanza di valorizzare le aree interne per le ricchezze che esse possiedono, contrariamente alla tendenza attuale che le vede costantemente penalizzate a causa della carenza di servizi essenziali e dello spopolamento. Il primo intervento, a cura di Annalisa Casino presidente di ETICAE SiA, ha introdotto la Stewardship quale strategia manageriale utilizzata a livello europeo e internazionale con lo scopo di gestire in modo etico e responsabile i beni comuni (territorio, salute, fi nanze, acqua, ecc.). Dal punto di vista applicativo, la Stewardship rappresenta uno strumento innovativo poiché integra il concetto di sostenibilità con la dimensione etica e con il coinvolgimento delle parti interessate. Tra i numerosi campi di applicazione, la Presidente ha meglio delineato le caratteristiche riguardanti product, health, antimicrobial, fi nancial e corporate Stewardship, lasciando descrivere più nel dettaglio le applicazioni in campo ambientale al Direttore FSC Italia, Diego Florian, ed alla responsabile per la gestione ambientale sostenbile di ETICAE SiA, Caterina Palombo. Nello specifi co, Diego Florian ha presentato il Forest Stewardship Council ed ha spiegato gli elementi di innovazione e le opportunità collegate alle certificazioni FSC di Gestione Forestale (GF) e di Catena di Custodia (CoC), garanzia che il prodotto con etichetta FSC proviene rispettivamente da una foresta e da una fi liera di approvvigionamento gestita in modo responsabile. Ma non solo, centro della presentazione è stata la “multifunzionalità del bosco” e come i nuovi strumenti di FSC premiano quei gestori che attraverso la certificazione garantiscono e migliorano i Servizi Ecosistemici offerti dal bosco. A concludere la prima parte del pomeriggio, Caterina Palombo ha parlato dell’importanza della Stewardship nelle nuove politiche di strategia, evidenziando come nei territori marginali, nelle aree interne, solo una gestione etica e responsabile delle risorse offerte dal territorio può garantire un vero sviluppo, che in questo caso sarà appunto sostenibile. Superato il dualismo conservazione-sviluppo, la stewardship, intesa come “custodia del bene comune”, rappresenta uno strumento di rilevante importanza a supporto di strumenti legali europei e nazionali e nell’ottica di una programmazione che pone al centro la marginalità e la fragilità economica, sociale ed ambientale dei luoghi. Tale programmazione, che sia territoriale, economica, sociale o ambientale, è insita nelle due principali Strategie in atto a livello nazionale: la SNAI e la SNSvS. Analizzando più in dettaglio la water stewardship, questa riconcilia l’uso sostenibile dell’acqua con una governance equa e responsabile ed con i benefi ci economici da essa derivanti, chiedendo alle imprese di identificare tutti i loro rischi collegati all’acqua che potrebbero potenzialmente influire sulla gestione quotidiana. Promuove un uso dell’acqua socialmente equo, sostenibile dal punto di vista ambientale ed economicamente vantaggioso, ottenuto attraverso un processo partecipativo con tutti gli stakeholder coinvolti a livello di sito e di bacino, orientandoli verso le migliori pratiche. La Water Stewardship permette di evitare i rischi legati all’acqua (inquinamento, carenza di acqua, alluvioni); ridurre i costi legati all’acqua (perdita di energia e di materia prima; spese di smaltimento); rispettare le normative europee e nazionali. La custodia del territorio (ben nota come Land Stewardship) è una importante e innovativa strategia a livello Europeo, utile per gestire e conservare la terra, la natura e il paesaggio attraverso il coinvolgimento dei portatori d’interesse – i proprietari e gli utilizzatori di terreni – grazie al supporto della società civile. I benefici della land stewardship sono rivolti sia alla natura, sia ai proprietari ed ai fruitori della terra. 

Da un punto di vista etico-ambientale, impegnarsi nella custodia del territorio offre benefici intangibili, ma anche molto gratificanti grazie al riconoscimento sociale o alla soddisfazione personale ed è particolarmente utile nei molti casi in cui l’obiettivo sia la gestione sostenibile delle risorse naturali. Da un punto di vista economico, i benefici sono anche materiali: azioni di conservazione a costo zero (incluse in programmi di volontariato delle ONG) e potenziali vantaggi economici (es. sussidi, incentivi, esenzioni o altri compensi), collegati direttamente a specifici fondi o alle strategie di mercato. Durante la seconda parte del pomeriggio, l’intervento delle istituzioni ha messo in evidenza la situazione regionale riguardo alle politiche di sviluppo sostenibile e la gestione del territorio, collegandosi alle risorse economiche realmente disponibili e soprattutto agli impegni che la Regione Molise intende mantenere e proseguire per l’attuazione delle strategie europee e nazionali. I sindaci dei comuni capofila delle SNAI Matese, Fortore e Alto Medio Sannio hanno illustrato in che modo gli schemi di strategia o i preliminari sviluppati hanno tenuto in considerazione lo sviluppo sostenibile e la gestione responsabile delle risorse naturali nella loro programmazione, in una regione in cui la vera grande ricchezza è il territorio stesso connesso alle sue comunità.  A concludere la prima giornata, il coordinatore Rossano Pazzagli ha ribadito l’utilità delle Strategie, in particolar modo per la loro ambizione di networking in aree fragili e marginali destinate ad una rinascita comune, sociale ed innovativa.

Il secondo giorno si è svolto presso il comune di Roccamandolfi  (IS) ed ha riguardato la gestione forestale sostenibile ed i servizi ecosistemici prodotti da quest’ultima. La giornata è cominciata con i saluti ed una breve introduzione del contesto territoriale da parte del sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi; la parola è passata quindi al direttore di FSC Diego Florian, la cui relazione della seconda giornata ha riguardato maggiormente il percorso di certificazione di gestione forestale e il riconoscimento di produzione di servizi ecosistemici, descrivendo più in dettaglio i processi indicati dallo standard nazionale di Gestione Forestale responsabile FSC. A seguire, Lorenzo Sallustio, ricercatore del Centro ArIA, ha dato il via e moderato un’interessante tavola rotonda, partecipata dai diversi attori del territorio, responsabili della gestione forestale e fruitori dei servizi ecosistemici prodotti dal bosco: Regione Molise, Ordine Agronomi e Forestali del Molise, Lamel Legno, Università del Molise, CREA-FL, Consulta del Matese, AIGAE, Proloco Roccamandolfi, FSC Italia. Molti gli spunti di riflessione emersi dal confronto: le normative vigenti, le potenzialità di una gestione forestale sostenibile in termini di qualità del prodotto e multifunzionalità del bosco, la possibilità di certificazione per garantire la conservazione e al tempo stesso la produzione di una quantità sufficiente di materia prima di miglior qualità, il desiderio di poter attingere a risorse locali sapendo che queste derivano da una oculata pianificazione e che questa pianificazione tenga conto non solo dell’impatto sull’ambiente ma anche della sostenibilità sociale ed economica sulle comunità. 

Nel pomeriggio, la visita nei boschi di faggio di Campitello di Roccamandolfi , aree di studio del progetto Life AForClimate, guidata da Ugo Chiavetta del CREA-FL di Arezzo, da Vittorio Garfì dell’Unimol, dalla ricercatrice Unimol Serena Antonucci e dal dottore forestale Pierpaolo Iannitelli, ha permesso di approfondire quali possono essere in futuro i fattori che andranno a condizionare o comunque a guidare la pianificazione forestale, fattori naturali di scala globale che agiscono anche a livello locale (i cambiamenti climatici e di uso del suolo). L’esperienza in campo ha permesso di valutare direttamente quanto pianificare una gestione sostenibile e responsabile della risorsa silvo-pastorale, con conseguente aumento del valore aggiunto dei beni e servizi correlati (Pagamenti per Servizi Ecosistemici - PES), offrirebbe la possibilità di prevedere nuove forme di utilizzo del bosco, oltre che il potenziamento dell’intera filiera bosco-legna-energia.

di Caterina Palombo (da “PrΩmeteΩ”, rubrica mensile de il Bene Comune)

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