Papucce

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Ricordare i nonni ed i loro sacrifici: nei nostri paesi è una salutare iniezione di cultura

di Anna M. Salina - fb

12 settembre 2019

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11 settembre. Una data che porta in sé eventi storici importanti: dal golpe contro Salvador Allende all'attentato delle Twin Towers del 2001. Io, invece, con un pò di narcisistico egoismo, vorrei ricordare il compleanno di mio nonno.

Mio nonno oggi avrebbe compiuto ben 101 anni. Morì il 13 dicembre 1995 ma ebbi modo di assorbire la sostanza dell'uomo.

Mastro Silvio è stato colui che per primo mi insegnò lo spirito di sacrificio. Un uomo che soffri la fame e, con grande sacrificio, si costruì la sua piccola impresa edile. Qualcuno mi ha raccontato che diede vitto e alloggio gratuito ad una famiglia a cui stava ricostruendo casa e non aveva dove appoggiarsi. 

Io posso raccontare la mia voglia di scappare a Bagnoli fin da bambina ed allora, a fine anno scolastico, i miei nonni si trasferivano dal borgo in contrada Vallocchie per lavorare i terreni. Mio nonno mi aveva costruito un bidente ed una zappa mignon e all'alba andavo con loro nei campi. Nel pozzo una bottiglia di gassosa ed una bottiglietta di vino per la "culazion". Alle 11 tornavo a dormire fino all'ora di pranzo.

Ho capito col tempo l'importanza di quelle mani nella terra umida a 8 anni.

Di lui potrei dire molto altro ma cadere nella nostalgia sarebbe deleterio per una figura importante per la mia crescita.

Solo un aneddoto a cui lui terrebbe molto: i suoi nipoti non lo hanno mai chiamato "nonno"... egli esigeva l'appellativo di “Papucce”.

Il resto è storia, piccola, di Bagnoli.

di Anna M. Salina - fb

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