In tv Torna Iannacone

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“Che ci faccio tutti i giorni in tv? Racconto storie che sono opere d’arte”

di Enzo Luongo (da riservato.net)

3 maggio 2019

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Che ci faccio qui? Una domanda – e non è solo un modo di dire stavolta – che è tutta un programma: il nuovo firmato da Domenico Iannacone. Il giornalista, acclamato da pubblico e critica per il ciclo dei Dieci Comandamenti, torna in tv con la sua inconfondibile cifra a servizio di un progetto diverso e innovativo. Per moltissimi aspetti, a cominciare da frequenza e orari di trasmissione. Da lunedì prossimo, 6 maggio, sarà in onda appunto con “Che ci faccio qui”, una striscia quotidiana nella fascia dell’access-time di Rai 3, dal lunedì al venerdì alle 20.20. Tante, le novità. Per la prima volta il giornalista molisano va in onda da uno studio televisivo nel quale avrà anche ospiti. Attraverso emozionanti film-verità condensati in 20 minuti Iannacone porterà i telespettatori a scoprire autentici spaccati di esistenza. Lui, a Riservato, le sue storie le chiama “opere d’arte”. Con il suo sguardo intimo e rigoroso racconterà vicende di vita e riscatto, di ispirazione e resistenza, scelte che testimoniano grandi atti di coraggio e visioni rivoluzionarie. E intanto si fa anche autore di canzoni. “Ho scritto io il testo della sigla”.

Che storie saranno i racconti in “Che ci faccio qui”?

In questo viaggio racconteremo storie molto variegate, a volte ci sono storie con personaggi importanti, altre invece hanno come protagonisti persone legate agli ambienti che arrivano dal basso, da una dimensione umana anche molto umile. Ognuno di loro però ha qualcosa di straordinario da raccontare, basta avvicinarsi con attenzione, incuriosirsi, tendere l’orecchio, aprire bene gli occhi e così, come per magia, si aprono mondi inaspettati. Guardando questo programma forse scopriremo pezzi di noi stessi e avremo soprattutto la possibilità di farci delle domande.

Come le racconti queste storie?

Raccontare le storie degli altri ha un valore alto perché intanto trasmette delle emozioni: più vengono abbassati i tabu, più c’è una forte sintonia con chi si racconta, più il racconto è reale, non è contaminato. In questo programma voglio raccontare a tutto tondo quello che succede, quello che ogni giorno i nostri occhi incontrano. La cosa straordinaria è che ogni storia è un pezzo unico, è come un’opera d’arte, il tesoro umano è disseminato ovunque.

Chi saranno i protagonisti? 

C’è Andrea Camilleri che ci darà l’idea di cosa può essere scrivere non vedendo più. Lui in qualche modo crea davanti a me delle storie di Montalbano e me le cita, è una sorta di narrazione orale. Poi, tra gli altri, ci saranno il protagonista di Dogman, Marcello Fonte, lo scultore Jago, il medico legale Cristina Cattaneo, don Ciotti, Franco Arminio, tornerà la preside protagonista di ‘Come figli miei’, andata in onda nell’ultima stagione de “I dieci comandamenti”. E poi tante altre storie: un visionario che a Reggio Emilia produce le auto più belle del mondo, un imprenditore taglieggiato che ha l’esercito davanti alla sua fabbrica, un uomo di Matera che con il suo treruote consegna libri nei paesini della Basilicata. Sono in tutto 25 storie e 10 di queste le avremo con gli ospiti in studio.

Ci sarà un po’ del tuo Molise?

Certo. C’è la sindaca di Pizzone, Letizia Di Iorio. Mi piaceva l’idea che potesse rappresentare tutti i sindaci. Lei è la sola guardia del suo paese.

Tra gli elementi più caratterizzanti dei ‘Dieci comandamenti’ di sicuro le immagini, con una fotografia che ha sempre fatto pensare a lavori cinematografici. Possibile la stessa cura anche con una striscia quotidiana?

Facendo un prodotto televisivo, quindi mostrando immagini ecco che diventa importantissimo che le immagini siano bellissime. L’idea che la storia possa avere la dimensione quasi di un piccolo film che si racconta in venti minuti.

Per questo nuovo programma hai una collocazione nel palinsesto particolarmente importante perché andrai in onda tutti i giorni tra due colonne storiche di Rai 3, Blob e Un posto al sole. Che effetto ti fa?

Mi fa molto piacere perché sono in un punto della programmazione televisiva che ha grande ascolto quindi mi permette di arrivare a più persone. Di avvicinarmi ad un pubblico molto vasto.

Chiudiamo con una curiosità. Sei diventato anche autore di canzoni.

Vero. Ho scritto il testo del brano che è la sigla del programma.

di Enzo Luongo (da riservato.net)

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