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Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi

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Petizione al Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, per sollecitare il riconoscimento della venerabilità

di Leonardo Sciannamé

9 aprile 2019

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Consiglio Comunale Straordinario, 20 aprile 2016

Petizione al Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, per sollecitare il riconoscimento della VENERABILITA' di PADRE RAFFAELE da Sant’Elia a Pianisi.

Leonardo Sciannamé - Vicesindaco -

"Siamo qui a rappresentare la devozione del popolo santeliano nei confronti di Padre Raffaele, per indegnamente chiedere, invocare, pregare le autorità ecclesiastiche preposte affinché venga ufficialmente riconosciuta la sua santità.

MA CHE COS’E’ LA SANTITA’? E’ forse portare la pace dove c’è la guerra? Portare il dono del perdono dove c’è il risentimento? Portare il conforto dove c’è lo sconforto? Portare la serenità dove c’è il dolore? Portare l’amore dove c’è l’odio? 

La SANTITA’ è forse assicurare il calore di una presenza sempre opportuna? Pronunciare parole che nella loro semplicità esprimono la più profonda compartecipazione alla vita altrui? Rivolgere uno sguardo che arriva diritto al cuore, messaggero di ogni conforto? Rasserenare con un sorriso appena accennato che però racchiude la gioia della perfetta letizia?

Ebbene se questa è la SANTITA’, Padre Raffaele è SANTO. 

Lo è al di là dell’ufficialità, lo è per i santeliani di ieri e di oggi, che in vita e dopo la morte hanno ricevuto il conforto della sua paterna benevolenza. Sant’Elia a Pianisi e Padre Raffaele sono una cosa sola, il nostro paese rifulge della sua santità, arrivata fino a noi anche attraverso l’esempio e le parole dai tanti frati cappuccini che qui continuano ad alimentare la fiamma della fede. L’Amore per Padre Raffaele lo si riscontra parlando con la gente di ogni età, nelle tante associazioni a lui intitolate, nel fatto che il monumento a lui dedicato è uno dei luoghi più belli, curati e rispettati del paese, la stessa Scuola Secondaria di I grado, che questa sera ci ospita, è a lui intitolata. 

La Scuola, luogo primario di formazione, fu particolarmente importante per Padre Raffaele, sia come studente-novizio, che come vice maestro. La Scuola è il luogo dove l’animo di ognuno di noi si schiude consapevolmente alla vita, con l’entusiasmo che appartiene solo alla giovinezza, quella vera, la giovinezza dello spirito. 

Ed è caratteristica propria della giovinezza d’animo, che in genere coincide con l’età scolare, il perseguire con fervore gli ideali e i principi più elevati, credere che l’Eterno si realizzi nel Tempo. Ebbene, Padre Raffaele, come ci tramandano le cronache, conservò sempre l’entusiasmo e la verecondia dello studente-NOVIZIO. Anche nella sua veneranda età di 84 anni, del novizio aveva conservato il fervore, la freschezza, il rigore, la timida purezza del tenore di vita che gli derivava dalla costante preghiera che intimamente lo univa al Sommo Creatore, un fervore che raggiungeva il culmine nella celebrazione del sacrificio eucaristico.

Padre Raffaele, può essere definito una delle stelle più fulgide del firmamento francescano, una stella creata e inviata da Dio al mondo per dare risposta e sostegno al quel bisogno che il genere umano ha di ricongiungersi a quell’Infinito di cui la nostra Natura è partecipe e al quale cerchiamo di tornare per dare quiete ai nostri tormenti, per dare forza alla nostra fragilità, per dare una risposta alle nostre domande, per cercare conforto alle delusioni, alle disillusioni, alle piccolezze della quotidianità. 

Consapevolmente o inconsapevolmente cerchiamo di trascendere ogni limite impostoci dalla materialità per avvicinarci a quella spiritualità che forse è la nostra vera essenza. La via è ardua e difficoltosa, ma allorquando sembra che tutto sia irrimediabilmente perduto, ecco che Colui che tutto può, Colui che è Sommo Amore per chi crede, ci dona esempi di donne e di uomini che con il loro agire dimostrano che l’egoismo, che le piccolezze, che la mediocrità, che la cattiveria possono essere realmente sconfitti su questa Terra. Uno di questi doni più preziosi che il mondo e noi santeliani in particolare abbiamo ricevuto, è stato Padre Raffaele, chiamato dal popolo ancora in vita “Il Monaco Santo”. Con il suo esempio ha indicato a tutti la via da seguire per trovare o ritrovare Dio, per uscire da quella “selva oscura che tant’è amara che poco è più morte”. 

A 100 anni dalla sua morte terrena siamo qui, certamente a invocare che la sua Santità venga ufficialmente riconosciuta, ma soprattutto a testimoniare che Padre Raffaele parla ai nostri cuori, donne e uomini del XXI secolo, così come parlava a chi lo aveva conosciuto in vita infondendo la grazia divina che aveva ricevuto in dono, da quando il Signore lo aveva prescelto chiamandolo nell’ordine dei frati Cappuccini.

Non cito gli episodi miracolistici dell’esistenza di Padre Raffaele, né le numerose grazie ricevute per sua intercessione, poiché è un campo che non mi compete, intendo invece sottolineare l’intensità, la pienezza, l’autenticità, la coerenza con cui ha vissuto la sua fede. 

Nonostante vivesse nel difficile periodo della soppressione degli ordini religiosi, non ha mai abbandonato il suo abito o rinunciato al suo status di religioso, non è mai voluto tornare al secolo. Per 20 anni, con fermezza, è riuscito a tenere aperto il convento dei frati Cappuccini di Sant’Elia a Pianisi, fronteggiando l’autorità civile con la forza della sua rettitudine, con la disarmante appassionata dedizione al verbo evangelico, che traduceva in carità perfetta ed umiltà profonda. Un esempio per tutti noi, ad avere, a credere e a difendere Princìpi e Ideali al di là delle difficoltà e delle contingenze.

Nella sua vita diventò l’angelo del consiglio e della pace, ricercato da umili e potenti: componeva liti, dissipava dubbi, visitava i carcerati; tutti i conventi dove dimorò divennero ben presto meta di pellegrinaggi.

Fu un esempio di santità tale da divenire paradigma per uno stesso santo: San Pio da Pietrelcina, che a lui si avvicendò dopo pochi anni nei conventi di Morcone e di Sant’Elia a Pianisi respirandone il profumo delle sue virtù. 

Con queste amorevoli parole che hanno la levità e la dolcezza della poesia Padre Pio si rivolgerà a Padre Raffaele: “O anima candida ed eletta di P. Raffaele, io non sono stato degno di far parte di coloro che ti hanno conosciuto nel tuo pellegrinaggio della vita presente, ma ringrazio Iddio che mi ti ha fatto conoscere al profumo delle tue virtù. La tua vita mi rapisce la mente ed il cuore e piaccia a Dio di poterti, anche in minima parte, imitare”.

Concludo con l’auspicio che la nostra mente ed il nostro cuore possano continuare ad essere rapiti e illuminati dall’Amore di Padre Raffaele, che sulla nostra Comunità non venga mai meno il suo sguardo amorevole, soprattutto in questo periodo di crisi economica e di valori, e che il giudizio delle autorità ecclesiastiche preposte a riconoscerne la Santità, possa essere ispirato dalla sapienza divina per riconoscere ufficialmente che il nostro amato Padre Raffaele è un AUTENTICO, SANTO, MESSAGGERO DI DIO. " 

di Leonardo Sciannamé

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