Il governo elimina i concerti dal bonus cultura 

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Qualora venisse confermata l’intenzione governativa, ci troveremmo davanti ad una pessima notizia

di Corrado Sala - fb

18 dicembre 2018

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Le notizie di questa mattina non sono buone. Alla radio hanno appena detto che il Governo ha escluso i concerti dal bonus cultura, quello destinato ai neo diciottenni. Qualora venisse confermata, ci troveremmo davanti ad una pessima notizia che, tuttavia, non mi sorprende. Da un Governo e un Parlamento composto in larga parte da zotici, ci si deve attendere questo e altro. Le maniere, le espressioni, le parole incolte e grossolane dei due vice premier, Di Maio e Salvini (Conte è solo un prestanome), sono la rappresentazione più evidente dell'Italia becera e volgare nella quale viviamo. 

Alla fine degli anni '70, quando al posto dei vaffanculo nell'aria correvano le pallottole, una delle mie prime e fondamentali esperienze formative, fu il tour Banana Republic di Lucio Dalla e Francesco e De Gregori. Li vidi a Termoli, una sera d'estate del '79, e quella notte e quel concerto non li ho più dimenticati. Avevo sedici anni, allora. A diciannove, nel 1982, fu la volta di un'altra esperienza che segnò la mia strada: a settembre vidi per la prima volta Neil Young. Fu allo stadio dei Pini, a Viareggio. La foto che pubblico è di quel giorno, 11 settembre 1982, e se la conservo ancora qualcosa vorrà dire. Tutto quello che siamo viene da quello che siamo stati. 

Un concerto, signori zotici che governate l'Italia, è una delle esperienze più esaltanti che un ragazzo possa fare. Dentro un concerto non c'è solo la musica; c'è un artista, le storie, le emozioni, i sogni, le speranze, i dolori, tutte cose delle quali, probabilmente, a molti di voi sfugge il senso. 

Se questa notizia fosse vera, se l'eliminazione dei concerti dal bonus cultura fosse confermata, vi giunga il mio profondo disprezzo e, come un concerto degli AC/DC al massimo volume, il mio più robusto (mi adeguo) vaffanculo.

di Corrado Sala - fb

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