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Educazione civica a scuola, è davvero la soluzione all’inciviltà?

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Il Governo vuole rendere l’educazione civica materia “obbligatoria in tutte le scuole italiane” 

di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)

13 dicembre 2018

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Lo scorso 6 dicembre alla Camera il Ministro dell’Interno Matteo Salvini insieme ai Ministri dell’Istruzione Marco Bussetti e della Famiglia Lorenzo Fontana hanno presentato un Progetto di legge che vuole rendere l’educazione civica materia “obbligatoria in tutte le scuole italiane”.

Secondo la proposta dovrebbe essere introdotta un’ora obbligatoria dal primo anno della scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado ed anche come materia all’esame di stato del primo ciclo e dell’esame di maturità.

La proposta di legge della Lega è molto ampia e prevede che il Miur elabori un programma che parta dalla conoscenza della Costituzione, proseguendo con il contrasto a bullismo e cyberbullismo, continuando con l'educazione stradale, l’educazione ambientale, il contrasto alla dipendenza da droghe e alcol. Il disegno di legge, inoltre, prevede lo stanziamento di un milione di euro per premiare le migliori pratiche scolastiche in occasione della cerimonia del 2 Giugno, Festa della Repubblica italiana. 

È evidente che stiamo vivendo in una società dove a farla da padrone, molto spesso e soprattutto tra i più giovani, anche se come in qualsiasi situazioni ci sono le eccezioni, manca il rispetto verso gli altri, il rispetto delle regole, il rispetto delle cose altrui, il rispetto dei luoghi in cui si vive e il rispetto della convivenza civile.

Il semplice gesto di buttare una carta per strada quando c’è un cestino a 10 metri è segno di mancanza di rispetto e lo stesso quando si parcheggia sulle strisce pedonali o sulla rampa riservata ai disabili anche se solo per 5 minuti. È mancanza di rispetto quando un genitore fa giocare il proprio figlio normodotato su un'altalena per disabili.

Ma chi glielo spiega alle giovani generazioni che è sbagliato e poco o per niente rispettoso nei confronti dell’altro? Troppo spesso si dice che i ragazzi devono essere educati a scuola, ma quanto può servire una nozione educativa che spiega il rispetto verso il prossimo quando poi a casa o nella società in generale, nelle istituzioni, nel vicino di casa c’è un cattivo esempio?

E il cattivo esempio potrebbe arrivare anche da chi usa parole d’odio verso gli altri e chi non rispetta le scelte legate all’orientamento politico, religioso, sessuale dell’altro. 

A muovere per prima delle critiche a questa proposta di legge è stata la sociologa Chiara Saraceno che sul quotidiano ‘La Repubblica’ ha commentato la proposta leghista e ha attaccato il ministro Salvini “che più abusa del linguaggio dell’odio e sottopone i propri oppositori alla gogna pubblica, che dileggia i migranti sui barconi, incoraggia la discriminazione nei confronti degli stranieri non comunitari, anche se legalmente residenti, in nome della famiglia naturale nega ai figli di coppie dello stesso sesso il diritto ad avere due genitori. È il ministro che ha fatto della difesa della cosiddetta famiglia naturale e dell’attacco a ogni iniziativa scolastica che insegni il rispetto per le differenze di sesso e genere una delle proprie bandiere. Visto l’idea di rapporti civili – ha proseguito Saraceno – e di rispetto dimostrata da almeno due dei proponenti, viene da chiedersi che idea di convivenza civile abbiano in mente e dove pongano il confine sul rispetto dei valori costituzionali e della stessa legalità”.

Probabilmente ripartire dall’insegnamento dell’educazione civica è giusto, ma non basta. Sarebbe necessario scardinare quel confine tra noi e l’altro che crea differenza e che non ci fa capire che il rispetto per gli altri è lo stesso che pretendiamo ci venga dato. Il rispetto per l’ambiente e per i luoghi in comune è lo stesso che pretendiamo a casa nostra. Il rispetto per le idee altrui è lo stesso che vogliamo per ciò che pensiamo noi.

di Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)

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