Politiche ambientali: Scandalose per LIPU!

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E oltremodo PERICOLOSO, quello che sta accadendo. Ma irresponsabile ANCHE l'atteggiamento della Politica e di alcune Associazioni Ambientaliste su temi di ENORME ripercussione territoriale!!

di Enzo Cripezzi (LIPU Puglia e Basilicata) – fb 

27 novembre 2018

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Per rispetto di diverse sensibilità sui temi ambientali, si può sorvolare su posizioni incondivisibili di quella o questa associazione. 

Ma Legambiente sta superando ogni limite: 

e sui parchi... e sulla caccia... e sull'energia.... la filosofia dell'ambientalismo "sviluppista" del SI a tutto, da anni firmato dai vari Realacci, Ferrante, Della Seta e lo stesso Gentiloni (!!!!! tutti Margherita, tutti Rutelliani, tutti PD, passando per Legambiente. Sarà stata una partita uscita male)! 

Ora arriva l'IMMANE DISASTRO con la S.E.N. (Strategia Energetica Nazionale): dopo la squallida farsa della concertazione fru-fru, il Governo Gentiloni se ne è altamente fottuto delle argomentate osservazioni di alcune Associazioni critiche e ha partorito L'ABOMINIO! 

In tandem, Legambiente il 28-29 p.v. farà un convegno forum sul tema, pluri sponsorizzato dal mejo delle multinazionali, che intervengono sullo stesso tema! Sia direttamente che in chiave occulta, per tramite di altre "associazioni" (Kyoto club docet). Il conflitto di interessi di Berlusconi è una bazzecola! 

Inevitabile la propaganda. Onore e gloria al 55% di rinnovabili elettriche (ELETTRICHE!) individuato dal Governo per il bilancio energetico al 2030. 

Gentiloni & C si sono assicurati la campagna elettorale. 

E le altre forze politiche fanno la gara a chi la spara più grossa. 

Mo faccio il politico qualunquista anche io: il 55% è troppo poco, 80% di rinnovabile, anzi 100%. 

Meh, sbaraglio tutti: 200%! 

IL POPOLO E' IGNORANTE, saranno c..zi di chi verrà dopo.

In 17 anni abbiamo raggiunto il 36-38% di contributo rinnovabile nel comparto ELETTRICO. 

In realtà conseguendo solo l'11-13% poiché l'attuale 25% medio è offerto dal grande idroelettrico, mai incentivato perché storicamente già presente. A dire il vero meritevole di manutenzione e sacrificato strumentalmente nel tentativo di rincorrere la pessima qualità delle rinnovabili elettriche intermittenti. 

Lo abbiamo ottenuto umiliando l'identità dei territori italiani, in parte grazie alla riduzione dei consumi (per la crisi, NON per risparmio!) e di fatto inducendo il "trasloco" delle produzioni più energivore nei paesi dell'Est, con relative emissioni (quindi "spostando" le relative emissioni!), a causa dell'aggravio delle bollette su imprese e famiglie con il "tutto e subito" degli incentivi più alti del mondo. 

Ora, solo nei prossimi 12 anni si vorrebbe conseguire un ulteriore 18-20% per arrivare al 55%, malgrado molti dei territori già aggrediti su vasta scala!

Sarà quindi perpetuato l'INSULTO all'ennesima potenza senza riconoscere alcun errore. 

Il colpo di grazia di quello che l'Italia e il Sud in particolare hanno subito da 15 anni, CAMPAGNE, COLLINE, CAMPI DI GRANO... IL CELEBRATO PAESAGGIO ITALIANO, LA SUA STORIA E LA SUA BIODIVERSITA' IN UN GIGANTESCO IMMONDEZZAIO DI PALE E PANNELLI SENZA FINE!!!!

Con i soldi. Tanti. Tantissimi, un fiume immenso. Lo metteranno nelle tasche dei soliti, con agevolazioni e PROCEDURE AUTORIZZATIVE ULTERIORMENTE DROGATE. 

I Matteo Messina Denaro ringraziano. Di nuovo. Non gli par vero! 

Ma concretamente questo 55% di contributo rinnovabile elettrico in che percentuale si tradurrà sul TOTALE del fabbisogno energetico nazionale? 

Se tutto va bene nel 14%!!!!!! 

Infatti, le MIGLIAIA di torri eoliche in esercizio contribuiscono sull'intero fabbisogno energetico nazionale per ... l'1.5%.

Un successone!... per le tasche di "prenditori" eolici.

Già perché i comparti più energivori (riscaldamento, raffrescamento, industria e trasporti (solo questi ultimi valgono circa 1/3 delle emissioni) non sono seriamente aggrediti da politiche di efficienza, mobilità ecc. 

Continuiamo a chiedere al comparto elettrico (il più costoso ma su cui è facile comunicare e speculare) di compensare le perdite di acqua che escono dal secchiello invece di ripararne i buchi!

Una politica energetica delle rinnovabili INEVITABILMENTE dovrebbe (avrebbe dovuto da anni!) diventare anche politica territoriale e dotarsi di un approccio MULTIDISCIPLINARE per contemplare TUTTI i valori inevitabilmente coinvolti e valutare se/come/QUALI rinnovabili siano anche SOSTENIBILI! Invece, all'ordine del giorno ci sono solo i NUMERI, SENZA ALCUNA MEDIAZIONE. 

Quelli freddi, gonfiati e strumentali della SEN e ora giocati in questo convegno di Legambiente. Non quelli delle migliaia e migliaia di ettari rurali confiscati dai potentati dell'eolico o dalle distese solari, lasciando però immacolati i tetti, perfino nella peggiore urbanistica della nostra Nazione. Cosi come non ci sono i numeri dei boschi secolari fatti a pezzi (legalmente e non) per ricavare "biomassa" cosi come distese di campi di grano convertiti per lo stesso scopo. Né gli innumerevoli torrenti spazzati via da finte "mini" centrali idro per un pugno di MW. 

Questi numeri sono discussi sempre a Roma o alla fiera di Rimini. Tutti bravi. Tutti esperti. Li, lontano dalle comunità, dalle contestazioni, dai comitati territoriali che subiscono il furto territoriale. Tanto una abbuffata di royalties li seppellirà. Forse. 

Proprio vero, le rinnovabili sono come la Democrazia. 

Tutti sono bravi a invocarla. Ma c'è chi la promuove e chi la "porta" con la guerra.

Alla fine.... la cosa più bella è il locale socio/attivista di Legambiente che ti chiama. Chiede aiuto contro quel progetto eolico/solare perché non sarebbe sostenibile.

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di Enzo Cripezzi (LIPU Puglia e Basilicata) – fb 

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