Lutto per la cultura altomolisana

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Muore la scrittrice Maria Delli Quadri

da altosannio.it

16 novembre 2018

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Apprendere la notizia della morte di Maria Delli Quadri è stato un vero dolore. L'avevamo conosciuta su un gruppo fb agnonese.  Donna di grande cultura, precisa, puntuale, generosa, acuta osservatrice e mirabile scrittrice. Docente di lettere in pensione, si dilettava con la scrittura. I suoi racconti narrano delle nostre tradizioni, della cultura del nostro territorio, degli usi, costumi. Sempre elegante, arguta, ha arricchito il nostro sapere con la sua scrittura volutamente semplice e accessibile a tutti ma con elevati contenuti morali, etici che di volta in volta commuovono, divertono, inducono a riflessioni profonde. Era molto seguita, stimata e apprezzata dai meno giovani e dai giovani di Agnone dove lei era nata, di Capracotta dove risiedeva e conosciuta in tutti i paesi altomolisani, ma i suoi racconti hanno travalicato i confini regionali. Sentite condoglianze a tutta la famiglia, ai figli, al marito alle sorelle.

Il Tram (da uno scritto di Maria)

Sono nata ad Agnone, o in Agnone, come dir si voglia, nel 1935, terzogenita di 5 figli. Al mio paese, all’epoca ricco di commercio, artigianato e agricoltura, passava il tram, la cui stazione di partenza era a pochi metri da casa mia. Il convoglio attraversava la piazza dei Cappuccini e la strada principale in diverse ore del giorno per infilarsi poi in quella che oggi si chiama via Aquilonia.

Io, bambinetta di 5 o 6 anni, mi appostavo, alle 4 di pomeriggio, all’angolo di casa Vecchiarelli per guardare il convoglio che, sferragliando fragorosamente passava sulle ” tracche” (i binari) interrompendo per un po’ la visuale completa del vialone principale.

Dopo aver superato le alture della Centrale e di Staffoli esso giungeva a Pescolanciano dove terminava la sua corsa. La fantasia e il mio cuore erano su quel tram e mi portavano lontano verso luoghi sconosciuti di cui però avevo una vaga contezza.

Furono gli ultimi anni felici. Di lì a poco i cieli del mondo si sarebbero tinti di fuoco e la guerra avrebbe portato distruzione e morte. Anche il tram venne inghiottito nel baratro oscuro e poi fu solo un ricordo per quelli della mia generazione. Chi è venuto dopo lo ha visto solo in fotografia.

Oggi morte più dolce è toccata anche ai convogli Molise-Abruzzo in nome del “progresso”, della dea velocità e del dio profitto. Sull’asfalto sfrecciano macchine potenti e rumorose che ammorbano l’aria e non lasciano spazio per ammirare i paesaggi meravigliosi delle nostre due regioni. Certo il mondo non poteva rimanere sempre uguale, a dorso di mulo e con le pezze al sedere; solo che oggi c’è stato un capovolgimento totale di vita, di costumi e di rapporti sociali che non ha avuto l’uguale nella storia dell’umanità.

Così la bambina che ogni giorno guardava caparbiamente passare il tram delle 4 è diventata donna e madre, ha vissuto molte altre esperienze, ha perso il disincanto e l’ingenuità di allora, è andata via dal suo paese, come tanti altri, ma non è salita mai su quel tram.

Molte persone care non ci sono più, la mia casa è disabitata, ma il ricordo di quella bambina innamorata del tram è rimasto indelebile nel mio animo e ancora oggi mi ispira tenerezza e mi procura nostalgia e rimpianto.

(foto: Viaggio inaugurale del 24 maggio 1915)

da altosannio.it

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