L’acqua Castellina deve tornare agli abitanti di Castelpizzuto

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I giudici amministrativi del TAR hanno ribadito che l'acqua è di tutti e deve restare pubblica

di primonumero.it

8 novembre 2018

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Con una sentenza destinata a far discutere l'imprenditore Camillo Colella, patron della Castellina e dell'acqua Santa Croce, è stato condannato a restituirla agli abitanti di Castelpizzuto costretti a utilizzare le autobotti della Protezione civile per il business della Italian beverage

Questa volta non ci sono dubbi: Camillo Colella, il re delle acque minerali del Molise, dovrà ‘restituire’ l’acqua che ha portato via agli abitanti di Castelpizzuto. Lo ha stabilito il Tar con una sentenza che lascia davvero poco spazio ai dubbi, almeno a detta degli avvocati Salvatore Di Pardo e Anna Pangia, difensori del Comune guidato dalla sindaca Carla Caranci che la sua battaglia l’aveva iniziata anni fa, da semplice cittadina del suo paese.

Oggi la Italian beverage srl, società riconducibile a Colella, è stata condannata dalla giustizia amministrativa: i giudici hanno infatti stabilito che la società non poteva lasciare a secco i rubinetti dei residenti di Castelpizzuto facendo finire tutta l’acqua nelle bottigliette di plastica dell’azienda.

Il risultato di questa operazione fu che gli abitanti di Castelpizzuto rimasero all’asciutto e da anni vanno avanti con le autobotti della Protezione civile nonostante il loro Comune – che si trova nella provincia di Isernia –  sia uno dei più ricchi di acqua.

La storia della Castellina (nonché dell’acqua Santa Croce) risale a parecchi anni fa. Si tratta di due qualità di acqua diverse solo sulla carta visto che, nella realtà, la fonte da cui Colella attingeva per il suo business era la stessa. Grazie alle concessioni illegittime della Regione Molise e all’inerzia mostrata verso un caso che, di fatto, ha messo in discussione l’acqua come bene pubblico, Colella riuscì a mettere in commercio quello che scorreva nell’acquedotto pubblico. La battaglia nelle aule giudiziarie è stata intensa.

“Ma oggi il Tar ha finalmente messo la parola fine a questo contenzioso dicendo non solo che Colella non poteva imbottigliare ma anche spiegando nel dettaglio cosa dovrà fare in futuro”.

Il risultato di questa operazione fu che gli abitanti di Castelpizzuto rimasero all’asciutto e da anni vanno avanti con le autobotti della Protezione civile nonostante il loro Comune – che si trova nella provincia di Isernia –  sia uno dei più ricchi di acqua.

E cioè riportare l’acqua nelle case dei castelpizzutesi e utilizzare, semmai ne dovesse avanzare, quella in eccesso per l’imbottigliamento.

di primonumero.it

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