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Siamo nani sulle spalle di giganti

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Editoriale del numero di Ottobre 2018 del mensile “Il Bene Comune”

di Antonio Ruggieri (da ilbenecomune.it)

31 ottobre 2018

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Illustriamo la copertina del numero di ottobre con una splendida fotografia di Paolo Colesanti scattata lo scorso anno, in occasione della transumanza breve, da Civita di Boiano ad Altilia di Sepino, svolta dall’allevatore Antonio Innamorato e dai suoi figli, insieme alle loro cinquecento pecore e con l’aiuto entusiasta e fattivo del Centro di ricerca Biocult dell’Università del Molise e del suo presidente Fabio Pilla innanzitutto.

Quest’anno, alla fine di settembre, nella stessa modalità ma con un lavoro organizzativo e promozionale maggiormente strutturato, l’iniziativa è stata riproposta in collaborazione con altri soggetti istituzionali e associativi.

L’obiettivo dichiarato è quello di mettere a punto una proposta di grande evocazione, che si colloca a metà fra il turismo e la zootecnia, e che si propone di recuperare e di valorizzare il tratturo come infrastruttura indispensabile per la rigenerazione dei nostri territori interni.

Non capita più ormai, anche nel Molise dal passato prossimo agropastorale, di poter camminare in aperta campagna insieme agli animali e alle pecore innanzitutto, che sono le padrone e le custodi delle vie della transumanza.

Il Molise, proprio perché conserva queste vie meglio dell’Abruzzo e della Puglia, può mettere a punto un’offerta turistica suggestiva e sostenibile che consenta di scoprire il territorio interno della regione con i suoi minuscoli borghi, camminando insieme alle pecore.

Noi, insieme a tutti quelli che hanno progettato e stanno mettendo in atto questa prospettiva, siamo convinti che essa rappresenti un format innovativo e d’eccezionale impatto sui cosiddetti “turisti consapevoli” affamati di proposte particolari, ma autentiche e di spessore.

Su questa strada anche i nostri allevatori ovi-caprini, soprattutto quelli più giovani, potrebbero indirizzare la loro attività in un ambito del tutto nuovo, ancora inesplorato, fra l’allevamento e l’attività turistica.

Potrebbero manutenere il tratturo facendovi pascolare i loro animali gregari ed enigmatici, ma potrebbero anche costituire la rete per i servizi turistici da dislocare lungo il suo percorso.

Non c’è “turismo esperienziale” più efficace e coinvolgente di una camminata insieme ad un gregge di pecore.

Cambia il paesaggio, le relazioni, il rapporto con gli animali seduttivi, molteplici e mansueti; e poi gli odori ritrovati, il tatto con materiali primordiali (la lana, il legno…), la percezione cruda, realistica, delle capacità dei mestieri legati alla pastorizia, la degustazione dei formaggi prodotti sul posto; tutto questo costituisce un’offerta turistica che è anche un’esperienza di vita evocativa e profonda.

Anche per supportare e sostanziare questa prospettiva affondata nelle nostre radici culturali più originarie ma proiettata nel futuro con sensibilità contemporanea e postindustriale (siamo nani sulle spalle di giganti), abbiamo voluto rieditare il magnifico romanzo di Franco Ciampitti “Il Tratturo”, che può essere considerato oltretutto, uno straordinario documento antropologico per l’organizzazione e lo svolgimento della transumanza.

Abbiamo portato a termine questo progetto editoriale anche grazie alla generosità di Franco Arminio che ci ha donato una poesia inedita che aveva scritto sulla transumanza, a quella di Antonio Corbo che ha messo a disposizione una sua magnifica opera intitolata “Notte di luna piena” per l’illustrazione della copertina, alla passione e alla competenza di Letizia Bindi che ha corredato il volume con un suo saggio/presentazione, al garbo e alla cortesia di Nino Ciampitti, fratello dell’Autore, che ha accompato con discrezione, passo dopo passo, il nostro lavoro.

A tutti loro va la nostra riconoscenza più sentita.

di Antonio Ruggieri (da ilbenecomune.it)

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