Amalgama che redime

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Il fango di Borodol, la mia prima missione in Bengladesh

di p. Antonio Germano Das, sx.

11 luglio 2018

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Carissimi amici, dall’Italia, dove sono rimasto per qualche settimana per accertamenti sulla mia instabile salute, sono appena rientrato in Bengladesh.

Ieri da Dhaka sono sceso a Khulna e giovedì torno alla missione di Chuknagar. Ho rpreso in mano la moto e mi è sembrato di rinascere. Siamo nel pieno della stagione delle piogge, che mi hanno fatto venire in mente il fango di Borodol. Vi mando una pagina di diario scritta a suo tempo con una foto.

 

“Esco con i sandali ai piedi. Malgrado le piogge torrenziali di due giorni, c’è sempre in fondo al cuore la speranza che non si debba affondare nel fango, il cui solo ricordo ti trincera dentro e ti raggruma il sangue. Debbo recarmi all’ufficio postale e c’è da attraversare tutto il bazar: il tempo per rimescolarmi con tutti gli elementi della natura, degli uomini e degli animali. Metto la testa fuori del cancello della missione: non ci sono dubbi, bisogna rinunciare ai sandali. 

Ma l’esperienza visiva non mi convince ancora e cos voglio provare anche quella tattile. Rimango impantanato. Contro tale evidenza devo arrendermi. Se voglio andare avanti, devo eliminare i sandali. 

E’ il momento in cui riemergono tutte le paure come spettri incombenti. Ho le dita dei piedi piagate e i germi latenti nella massa di fango sono pronti ad assaltarmi. Intanto la gente ritorna dal bazar. Loro vanno avanti sicuri e mi danno uno sguardo divertito: quel fango ci divide, una cortina invalicabile si pone tra me e loro. Lentamente avanzo per non sdrucciolare giù. 

Di tanto in tanto il fango si fa melma, dove si rimescolano confusamente piscio e sterco di vacca e sputi di uomini consunti dalla tisi. Man mano che avanzo, affondo e mi confondo con l’amalgama, mi sento quasi invadere da una forza rigeneratrice. Vado avanti persino più spedito, con la gente ci incontriamo e sorridiamo a cuore aperto: quella cortina è caduta quasi per incanto. Il fango l’ha fatta cadere. 

Là dove tutto si confonde, gli elementi della natura con quelli degli animali e degli uomini mi sono rimescolato in un bagno purificatore.

di p. Antonio Germano Das, sx.

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