Intrecci - Knitting di rigenerazione

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Si sferruzzerà a Castelbottaccio (CB) sabato 11 agosto 2018

di Pina Di Cienzo e Giovanna Di Soccio

10 luglio 2018

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UN GRUPPO DI DONNE DI UN PICCOLO BORGO MOLISANO, CASTELBOTTACCIO (CB), HA GIA’ INIZIATO A SFERRUZZARE PER PORTARE FUORI DALLE CASE I LORO TALENTI ED ABBELLIRE IL PAESE CON I LAVORI CREATIVI REALIZZATI.

C’E’ BISOGNO PERO’ DI TANTO “FILO” RESISTENTE PER TESSERE UNA NUOVA UMANITA’, DI TANTE MANI CHE SI UNISCONO, DI TANTE PASSIONARIE CHE VOGLIONO CAMBIARE IL MONDO….

QUESTE DONNE, CHE VIVONO IN UNA REALTA’ SPOPOLATA E MARGINALE, SI RIVOLGONO ALLE E AI KNITTERS DI OGNI DOVE PER CREARE TRAME DI TERRE, DI STORIE E DI ARTE E PREPARARE UN INCONTRO COLORATO E FESTOSO L’ 11 AGOSTO 2018 NEL LORO PAESINO, PERCHE’ SONO CONVINTE CHE DALL’ISOLAMENTO SI PUO’ USCIRE SOLO CREANDO RETI DI EMOZIONI, RELAZIONI E CONDIVISIONI

Chi sono e come vivono Francesca, Lucia, Antonietta, Angelina, Maria, Ginetta, Elvira, Giovanna, Pupella, Lina, Pinella, Mafalda……..in un piccolo paese spopolato e marginale del Molise? Sono donne sole, quasi tutte pensionate, molte vedove, alcune lontane dai propri cari, altre assistenti di familiari malati o molto anziani. Ancora molto attive, rappresentano il perno della famiglia con il loro lavoro di cura, di baby sitter, di cucina, di giardinaggio e orticoltura, di sostegno economico a figli e nipoti attraverso i risparmi su misere pensioni.

Il loro vissuto, difficile e pieno di sacrifici, non ha soffocato né lo slancio vitale che le caratterizza né l’energia positiva che trasmettono a chi le frequenta. Le donne che da giovanissime, nel dopoguerra, sono emigrate all’estero per lavoro e sono riuscite a coronare il sogno di un ritorno nella loro terra, affrontano la solitudine e la disgregazione dei loro nuclei familiari e si ritrovano ora a vivere una condizione simile alle tante donne rimaste in paese, le quali hanno condotto una vita più semplice ma non meno pesante. 

Tutte hanno conservato la curiosità, la facilità di apprendimento, il vanto di intendersi di arti e mestieri femminili e la predisposizione a comprendere e ad accettare situazioni complesse. Sono convinte che c’è bisogno di tanto “filo” resistente per costruire una nuova umanità, per questo si può comprendere la severità con la quale trattano le donne che manifestano un atteggiamento lassista nei confronti degli impegni da prendere o verso chi dimostra superficialità sulle questioni e avversità che la vita spesso presenta.

In queste donne non mancano perspicacia, un immaginario ricco e fantasioso e una spiccata sensibilità che le fanno avvicinare all’arte attraverso pratiche che appartengono ad un bagaglio produttivo sofisticato e sottovalutato nello stesso tempo.

Una delle più antiche arti domestiche, generatrice di una creatività spontanea, che affascina le giovani generazioni perché riscoprono l’artigianalità e l’autenticità del saper fare delle nonne, si riconnette alla storia dei filati che rappresenta una parte significativa di tutte le culture. 

Lavorare con le mani poi è un indice alto di lavoro intellettuale dal momento che, sin dalla notte dei tempi, il lavoro manuale è stato il presupposto inderogabile, la condizione sine qua non dello sviluppo intellettivo.

Un linguaggio culturale, non completamente dominato dal mondo della tecnologia e dei computer, che non esclude le mani da tutto ciò facciamo, diventa umanizzante e tiene conto che la vita è piena di errori; e sono proprio questi errori che ci fanno vedere la vulnerabilità umana e alimentano la tensione al miglioramento in ciascuno di noi. 

Attualmente le signore di paese intuiscono che possono avere ancora un ruolo attivo nella vita sociale della propria comunità praticando forme di lotta e di resistenza per evitare l’abbandono del territorio e la lenta morte del paese. 

Il sogno di un borgo ripopolato e vivo di castelbottaccesi che tornano frequentemente nel luogo di origine occupa i loro cuori e nello stesso tempo desiderano mostrare accoglienza a chiunque possa essere interessato ad uno stile di vita paesano che, seppur molto tranquillo, potrebbe essere orientato al benessere personale e collettivo in un meraviglioso e terapeutico contesto naturalistico, miracolo di biodiversità.

Il messaggio di approccio relazionale collaborativo, intergenerazionale, conviviale e umano che solo le donne sanno instaurare, sottolinea la diversità rispetto a quello maschile diretto esclusivamente alla conquista del potere, con l’esercizio di pratiche subdolamente aggressive e disgregatrici dello spirito pubblico comunitario.

Consapevoli che questa condizione è comune a buona parte dei paesi molisani, esse lanciano un manifesto per invertire la rotta e costruire un futuro diverso e gratificante, denso di obiettivi da conseguire e di gioie e sogni da scambiarsi.

Nell’accettare, seppur all’inizio con reticenza, la dirompente proposta di tirar fuori dalle case i lavori a maglia, uncinetto e ricamo per esporli in piazza, luogo per eccellenza maschile, sono pronte e superare i confini del privato, a condividere manualità e socialità, come tantissime donne che con l’aiuto del web, si ritrovano a condividere una passione per recuperare il più tradizionale e antico lavoro femminile: il knitting.

In queste trame di terre, di storie e di arte, l’11 agosto 2018, giornata dedicata al knitting paesano, ci incontriamo a Castelbottaccio(CB), per abbellire una parte del paese con i lavori di quanti vogliono partecipare ad una giornata festosa che si spera possa essere densa di emozioni e possa dare l’opportunità di costruire una solida e virtuosa rete di relazioni affinché ci siano possibilità per un punto di svolta nelle realtà delle aree interne e marginali del Molise e di tutto il mondo.

Per ulteriori informazioni:

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oppure tel a Pina 3333966307

di Pina Di Cienzo e Giovanna Di Soccio

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