Al centro commerciale

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I racconti di Donato Lagonigro -  “Scrivo (cavolate) da sempre”

di Donato Lagonigro

3 luglio 2018

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Il centro commerciale non è un posto adatto a chi ha più di quarant’anni. Lui odiava tutto ciò che era tecnologia esasperata, ma aveva necessità di un cellulare perché la sua attività lo portava ad essere sempre fuori casa: il suo vecchio Motorollo a conchiglia con schermo da mezzo alluce era caduto e ormai defunto.

Al Megacentrocommerciale La Rapina.

Dovunque c’erano manifesti e volantini che volavano recitando CON UNA SPESA DI ALMENO QUATTROCENTO EURI RICEVERETE IN REGALO UN TIVU SAMTELESUONY 8K DA OTTANTOTTO ALLUCI.

“Bah, cosa se ne faranno di un tivu da ottantotto alluci?”

Cercò il reparto telefonia. Le vetrinette erano tante e con cellulari di ogni tipo e grandezza.

“Ma sono tutti enormi! Cosa vuoi che me ne faccia.”

Gli si avvicinò un addetto con la divisa del Centro Commerciale. Extracomunitario probabilmente magrebino.

«Desideri uno smartufone?»

“Però!, parla perfettamente l’italiano, chissà da quanto è in Italia. Eccolo qua, non solo la lingua, ha imparato tutto degli italiani! adesso mi dà del tu. Mi viene voglia di dirgli: non vedi i capelli e la barba bianchi! Potrei essere tuo nonno, un po’ di rispetto… dubito che capirebbe.”

«No, vorrei solo un cellulare.»

«Sì, vabbè un cellulare, oggi si chiamano smartufoni, vedi questo fa le foto a cinquanta mega contiene tanti giochi facciadibuk gurgole e poi questo e questo, questo è l’ultimo modello della Sansugo schermo panoramico 5D da trenta alluci e con una memoria di quattrocento dico quattrocento terzabait! E c’è anche il modello plas!»

«Vorrai dire plus?»

«Ah, ma allora non conosci l’inglese?»

«L’inglese? Guarda che sei tu che non conosci il latino.»

«Latino? E che c’entra il latino?»

«Plus è latino, non inglese.»

«Azz, questa è buona… vabbe’ vabbe’.» Non sembrava molto convinto. «Comunque questo non trovi che sia un modello bellissimo?»

«Sissì, è molto bello. A me però serve solo per telefonare.»

«Per telefonare? te-le-fo-na-re? ma ma non ne abbiamo più da almeno… dieci anni. Guarda questo e questo e questo.»

«No no, a me serve una cosa semplice e poi dove lo metto un mattone del genere.»

«Oh, per questo non c’è problema abbiamo custodie di tutti i tipi guarda questa e questa e questa e se non ti sta bene, questa.»

«Non mi serve uno smartu… quella cosa, né una custodia, voglio un telefono.»

«Ma hai visto che bellezza questo costa appena ottocentocinquanta dico ottocentocinquanta euri!»

«NON LO VOGLIO! VOGLIO SOLO UN TELEFONOOOO!»

«Va bene va bene calmati, ti do questo smartufino da trecentocinquanta euri ti prendo la scatola.»

Una signora aveva seguito la scena senza nascondere il disgusto nei suoi confronti. Iniziò a gridare.

«Nooo la scatola nooo, c’è una bomba! il commesso è un integralista islamico l’ho sentito che urlava Vallàchakbar. Attenti può avere la cintura esplosiva!»

«Mannò signora, è solo un commesso, sta prendendo la scatola per il mio telefono.»

«Nooo è un terrorista islamico vedete com’è nerooo chiamate la sicurezza la polizia i carabinieri gli artificieriiii l’effebbiai!»

Alla cassa. Fila lunghissima.

C’era quello con i buoni pasto, la commessa impiegava tempo per controllare e timbrare uno ad uno i milletrecentotrentatre buoni, quarantacinque minuti… eppure era stata veloce. Poi fu la volta della vecchietta con la carta di credito, dove devo firmare? aspe’ che devo mettere gli occhiali da vicino dieci minuti per tirarli fuori. Chi sbuffava chi bestemmiava chi guardava l’orologio e volgeva gli occhi al cielo.

Finalmente toccò a lui. Trecentocinquanta euri. Tirò fuori i trecentocinquanta euri. Sette biglietti da cinquanta.

«Signore se aggiunge cinquanta euri le regaliamo un tivù Samtelesuony da ottantotto alluci.»

«Grazie ma non mi serve.»

«Ma come, vuole rinunciare a questa fortuna per miseri cinquanta euri?»

OOOOOH! NOOO! Tutti i clienti in fila avevano gli occhi sbarrati per la sorpresa.

«A parte che cinquanta dico cinquanta euri non mi sembrano pochi cosa vuole che me ne faccia di un tivù da ottantotto alluci?»

Lei indicò a distanza di venti metri il televisore acceso in bella mostra per essere visibile da qualsiasi punto del Centro Commerciale.

«Guardi guardi che bellezza lo può guardare da ogni dove in casa sua.»

«Ma la mia casa è piccolissima, pensi che posso vedere il mio tivù già ora da qualsiasi parte della casa. Sa, quaranta metri quadrati, posso guardarlo perfino quando sto seduto sulla tazza del cesso.»

«Ma che televisore ha? minimo minimo deve essere un sessanta alluci.»

«Ma quale sessanta è un bellissimo ventidue alluci della Telestunken a tubo catodico.»

A quel punto la fila sbandò paurosamente. C’era chi lo guardava con aria schifata chi aveva conati di vomito una signora si sentì male dovettero chiamare il 118 che la portò via chi diceva basta buttatelo fuori! non ci posso credere vuole rinunciare ad un regalo del genere!

«E per cinquanta euri lo chiama regalo NON LO VOGLIO.»

«Ma signore.»

«N-O-N LO VO-GLIOOO.»

La cassiera a questo punto aveva gli occhi rossi, stava per mettersi a piangere.

«Si… signore se non accetta questo regalo mi licenziano.»

Be’ a questo punto anche lui si commosse, a queste obiezioni non riusciva ad essere insensibile.

«Regalo per cinquanta euri!.. e vabbe’ mi dia ‘sto regalo!»

La cassiera chiamò il fattorino che provvide a portarlo su un carrello da cui sporgeva ad altezza d’uomo l’enorme scatola.

Quattrocento euri otto biglietti da cinquanta. La cassiera batté l’incasso e tirò fuori lo scontrino. Lesse. «Complimenti lei è proprio fortunato, ha vinto un buono acquisto!»

«Ah, bene, che acquisto?»

«Pensi, con un’ulteriore spesa di soli quattrocento euri potrà avere in regalo un tivù 8K Samtelesuony da ottantotto alluci.»

Lui si sporse sopra la grossa scatola sul carrello.

«MA VAFFA…!»

«Signore signore… lo scontrino.»

Donato Lagonigro: Biografia

Sono nato a Campobasso, dove vivo tuttora. Laureato in Architettura presso la "Sapienza" di Roma, esercito la professione in uno studio associato. Ho contemporaneamente insegnato per 39 anni presso un istituto tecnico. Scrivo (cavolate) da sempre ed ora che, per la crisi economica, l'attività professionale risulta alquanto ridotta, cerco di mettere in ordinare ciò che ho prodotto. Amo leggere, preferisco la narrativa, specie i romanzi in cui si percepisce leggerezza e apparente disimpegno dell'autore. Il mio scrittore preferito è Italo Calvino, ma Stefano Benni e Alessandro Baricco mi fanno impazzire. (per i commenti: https://ilmiolibro.kataweb.it/storiebrevi/415212/al-centro-commerciale/)

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