Riserve naturali: in un secolo perso il 90% del tesoro

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Nel Basso Molise quel che resta abbandonato e inquinato

di Ezio Varrassi (da primonumero.it)

19 giugno 2018

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Reportage sullo stato di salute delle riserve naturali del basso Molise: partendo da Termoli fino ad arrivare a San Giacomo degli Schiavoni, nella terra del disboscamento selvaggio dove fioriscono le discariche abusive dei costruttori edili e dove i resti di una antica villa romana, che all’estero sarebbe un fiorente museo a cielo aperto, versano in un vergognoso stato di abbandono. 

Viaggio da Contrada Ponticelli a Contrada Santa Chiara, Colle della Stella, bosco del Vallone dell’Eremita. Da Termoli (zona fornace) a San Giacomo degli Schiavoni, fino ai resti della villa romana che all’estero sarebbe un fiorente museo a cielo aperto ma che qui, sul limitare di un bosco dimenticato, è all’abbandono completo

Lo stato di salute delle riserve naturali è pessimo. Prima di tutto a livello di “quantità”: dalle immagini del satellite abbiamo riscontrato una perdita dell’habitat naturale del 90% nel giro di cento anni. Le cause? Disboscamento selvaggio, urbanizzazione delle riserve naturali, cementificazione selvaggia, inquinamento. 

Il tutto causato dall’assenza di decreti e leggi insufficienti per tutelare queste riserve, ormai a rischio estinzione nel giro nei prossimi 50 anni.

Su tutte le aree boschive abbiamo localizzato e documentato discariche abusive, composte dalla gran parte da scarti e rifiuti provenienti dell’edilizia e dai privati, che in alcuni casi sono arrivati a scaricare nel cuore della riserva televisioni rotte, materiale elettrico, computer dismessi. 

Durate l’escursione abbiamo preso atto dell’abbandono della villa romana, un sito archeologico di importanza straordinaria, uno scavo di interesse internazionale che affonda sotto il peso dell’indifferenza istituzionale. Il sito archeologico sembra un cantiere abbandonato. L’ultima manutenzione risale a 13 anni fa. Poi più nulla. I reperti rischiano di deteriorarsi irrimediabilmente, oggi si può “ammirare” (ammesso che ci si riesca ad arrivare) solo lo scheletro di un antico passato ricco di storia ed evoluzione archeologica .

Oltre alle numerose discariche abusive queste riserve sono minacciate dal disboscamento clandestino da parte di privati che, incurati della natura e in attesa di concessioni edilizie, distruggono il bosco ogni anno un pezzetto in più, portando in media ad una perdita degli habitat naturali dai 2 ai 4 atteri l’anno .

Il disboscamento è la prima causa di avvistamenti degli animali selvatici nei circuiti urbani che, obbligati ad evadere dai boschi limitrofi ormai insufficienti per soddisfare i loro bisogni alimentari, mettono a rischio la loro vita e quella dei cittadini per andare alla ricerca di cibo rovistando fin sotto le nostre case .

Tutti i presupporti per la condanna a morte di una terra, una volta paradiso naturale, trasformato in un inferno dalla mano dell’uomo.

Col rischio che non si faccia più in tempo a rimediare. 

di Ezio Varrassi (da primonumero.it)

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