La scossa salutare

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I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise

16 maggio 2018

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Zio Saverio aveva trascorso tutta la vita con l’amata moglie Assunta e da lei aveva avuto i quattro figli che, appena maggiorenni, a causa della miseria per le continue carestie, avevano espatriato tutti in Argentina. 

Si ricordavano di lui solo nelle festività di Pasqua e Natale, inviandogli auguri e qualche pesos.

Il vecchio contadino, dopo una dura vita di inenarrabili sacrifici, dovette sopportare il più insopportabile dei suoi dolori: la perdita dell'amata moglie.

Rimasto solo in campagna, non si rassegnava a sopravvivere senza l’affetto e la compagnia della moglie e iniziò man mano a trascurarsi, pensando solo di raggiungerla nel mondo dei giusti. 

Meditava giorno e notte come poter trovare un metodo istantaneo di procurarsi la morte. 

Buttarsi nel suo pozzo significava rimanervi per diversi giorni prima che il suo corpo emanasse miasmi da poter attirare eventuali passanti.

Il veleno lo trovava rimedio estremo di donnine tradite, e poi chi glie lo avrebbe procurato? 

Saltare dalla sua rupe non ne aveva la forza perché soffriva di vertigini. 

Utilizzare il coltello gli sembrava morte troppo cruenta, ricordandosi dei forti lamenti dei suoi maiali, allorquando lui li uccideva col suo lungo “scannaturo”.

Una sera finalmente la sua mente fu illuminata dalla sua lampadina.

Sapeva che per morire folgorati con la corrente elettrica bastava solo toccare i fili, e subito sarebbero cessate tutte le sue pene e i suoi tormenti, senza farsi trovare con la schiuma dalla bocca per l’avvelenamento, o sfracellato con tutte le ossa rotte cadendo dalla rupe, oppure farsi trovare in una pozza di sangue se si fosse utilizzato lo “scannaturo”. 

Dopo lunga riflessione e non poca titubanza, infilò le dita nel portalampada e subito fu invaso dalla corrente elettrica che lo fece rimanere stecchito a terra per ben due giorni. 

Tremava a causa della corrente, ma quel rimediò non risultò nè estremo, nè fatale. Quando il compare Nunzio andò a trovarlo si impaurì nel vederlo nero e ansimante a terra, gli staccò con il bastone il filo della corrente di mano e lo aiutò a rialzarsi.

Era tramortito, ma non succube della folgorazione elettrica, un pò deluso per non aver trovato la morte, ebbe invece nei giorni seguenti a rallegrarsi, scoprendo con somma sorpresa che erano scomparsi del tutto i suoi forti dolori reumatici. 

di Vincenzo Colledanchise

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