Escursionismo e autosufficienza

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Consigli sul camminare dell’Associazione “PachaMama Association” 

di PachaMama Association

7 maggio 2018

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Il trekking… l’arte dell’autosufficenza. L’ espressione della libertà.

Escursionismo e autosufficienza. Camminare per conoscere e conoscere come camminare…

L’idea che da sempre ci accompagna è quella di diffondere il concetto di Outdoor in termini umani, confrontandoci con le nostre incertezze e relazionandoci con il peso che hanno una volta caricate sulle spalle, dentro ad uno zaino. Ogni oggetto che usiamo in ambiente naturale corrisponde ad una conoscenza oppure ad una incertezza. Più oggetti portiamo con noi più peso dovranno sorreggere le nostre gambe, più perso dovranno sopportare e meno strada potremo percorrere. Quindi la nostra libertà di movimento è direttamente proporzionale alla quantità di conoscenze che abbiamo. Piu cose sappiamo meno cose dobbiamo portarci addosso.

Il bagaglio: 

Lo zaino è un contenitore, il suo contenuto rappresenta i programmi che permettono a quel contenitore di essere usato al meglio.

Struttura e preparazione del bagaglio per affrontare un’escursione o un viaggio. Gli attrezzi del mestiere e la loro, necessaria, multi funzionalità. 

Come preparare il “Bagaglio perpetuo”, ovvero lo zaino che non prepariamo ogni volta e per ogni escursione, ma quello che posiamo a terra entrando a casa o in un rifugio e lo riprendiamo uscendo…

Cosa mettere nello zaino, di quali materiali devono essere fatte le cose.

L’abbigliamento:

troppe volte deleghiamo alla tecnologia la responsabilità delle nostre attività outdoor. Consigli per non acquistare.

I bisogni primari:

Così come per il bagaglio e l’abbigliamento per capire i nostri bisogni primari serve conoscersi, realizzare quando abbiamo sete, fame e sonno per davvero. Spesso mangiamo o beviamo in funzione del tempo che abbiamo a disposizione, dormiano di notte per lavorare di giorno. L’outdoor permette di ribaltare tali schemi e capire quando, qui ed ora, ha senso fare o non fare una determinata cosa. 

Senza tenda e senza sacco a pelo:

Una volta usciti dalla “pancia della mamma” dovremmo imparare ad accettare, crescendo, il fatto che non ci serve più un contenitore, che siamo noi stessi  a doverci procurare il necessario per sopravvivere. Spesso però questo non accade e fatichiamo a liberarci dell’idea che dormire in una tenda sia più pericoloso e scomodo che all’aria aperta. Lo stesso accade col sacco a pelo… 

Conoscendo l’uso del fuoco e la capacità di crearlo, conoscendo le tecniche di costruzione o individuazione di un rifugio per riposare impariamo ad evitare il trasporto di quella ingombrante struttura “ancestrale” che chiamiamo Tenda o Igloo…  Sarà facile, grazie ad alcune chiavi di lettura, decifrare e ricavare dall’ambiente un luogo adatto al nostro riposo, ad una sosta per rifocillarsi o ad uno spazio in cui fermarsi per un tempo non determinato. Impariamo a non delegare ad una tenda da campo l’idea della nostra sicurezza, liberiamoci da quella membrana di plastica per capire dove è il nostro posto dentro un bosco, in un prato, sulla cresta di una montagna. Sarà il vento a dirci dove mangiare, le tracce sul terreno a dirci dove dormire, saranno gli alberi e gli arbusti a spiegarci dove reperire materiali utili al nostro sostentamento.

Per camminare: 

La camminata silenziosa.

Uso della visuale periferica (pratica utile alle escursioni notturne o in caso di luoghi impegnativi)

Uso delle calzature e dei piedi

Scelta delle attrezzature per camminare: Quali scarponi, quali racchette, quali calze…?

La durata degli interventi non ha uno schema fisso… sarebbe bello presentare l’idea di “autonomia” prima della partenza di un’escursione, oppure in ambiti delegati a tale attività. 

di PachaMama Association

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