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Loris Mazzetti racconta Enzo Biagi

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Presentato a Campobasso “Enzo Biagi - Non perdiamoci di vista. Un Racconto attraverso le interviste che hanno segnato un’epoca”

di  Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)

13 marzo 2018

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È stato un racconto inteso, quello che Loris Mazzetti ha fatto di Enzo Biagi a Campobasso in occasione di uno degli appuntamenti di ‘Ti racconto un libro’, il laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione, promosso e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso, patrocinato dalla Provincia di Campobasso, su proposta dell’Unione Lettori Italiani.

A dialogare con Mazzetti, presso il Circolo Sannitico del capoluogo, Giancarlo Fiume, caporedattore del TGR Molise che attraverso le sue domande ha consentito a Mazzetti di tracciare il profilo umano e professionale di Enzo Biagi.

In occasione del decennale della morte del giornalista della famosa trasmissione ‘Il Fatto’, lo scorso 2017, Mazzetti ha deciso di scrivere il libro, ‘Enzo Biagi - Non perdiamoci di vista’, una raccolta di 60 interviste che Biagi, ha fatto a diversi personaggi mondiali come Enrico Berlinguer, Woody Allen, Primo Levi, Dario Fo, Yasser Arafat, Silvio Berlusconi, per citarne qualcuno, interviste, dunque, che in qualche modo hanno fatto la storia del giornalismo, un pezzo di storia del Novecento italiano e internazionale.

Durante l’incontro è stato raccontato Biagi, il suo lavoro, la sua storia, il suo essere giornalista caratterizzato da elementi particolari.

“L’intervista di Enzo Biagi – ha raccontato Mazzetti – era peculiare, lui poneva al centro l’interlocutore e lo scopo era quello di dare spazio al cittadino. Per chi fa questo mestiere – ha continuato – dovrebbe iniziare a rivedere e leggere le interviste di Enzo Biagi, perché un certo modo di intervistare ce lo siamo perso nel corso degli ultimo 20 anni”.

Quello di Biagi era un giornalismo semplice, una semplicità che il pubblico riscontrava non solo nelle sue parole, ma anche nelle domande che poneva ai suoi interlocutori, un giornalismo, inoltre sempre alla ricerca della verità e fatto soprattutto di rispetto verso gli altri. “Quando andavamo a fare delle interviste – ha continuato Mazzetti nel suo racconto – si raccomandava di rispettare la gente, detestava l’intervista del mercato, in mezzo alla strada, e voleva che anche la gente comune avesse lo stesso ruolo delle grandi star o dei politici”.

La sua trasmissione ‘Il Fatto’, chiusa dopo il cosiddetto editto bulgaro, ha rivoluzionato il linguaggio della politica, il linguaggio delle interviste. “Il suo modo di rivolgersi agli intervistati, - ha spiegato Mazzetti – era pacato e rispettoso, con domande chiare e asciutte e inseguiva l’intervistato fino a ottenere la risposta”.

“Biagi aveva un solo padrone – ha detto ancora – il lettore e il telespettatore e anche se aveva amici politici sosteneva che la nostra trasmissione non doveva essere amica di nessuno e che dalla politica dobbiamo sempre farci dare del lei”.

Mazzetti a conclusione dell’incontro ha spiegato che Biagi è diventato famoso perché è stato un grande giornalista, “non è mai stato protagonista, ma ha fatto diventare protagonisti gli altri, le persone che gli erano davanti. E io credo – ha detto – che la nostra professione abbia portato il giornalista ad essere troppo protagonista e a farsi dare del tu dalla politica e spero che questo cambi e che soprattutto – ha concluso – la Rai abbia un futuro lontano dalla politica”.

di  Miriam Iacovantuono (da moliseweb.it)

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