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Educazione come bene comune: cosa fa la politica?

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Nessuna parte politica in vista di un nuovo Governo ha pensato di puntare sulla necessità di un’educazione del popolo

di Miriam Iacovantuono (da Moliseweb.it)

28 febbraio 2018

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Durante questa campagna elettorale si è sentito parlare da più parti di ogni tema, dal lavoro all’immigrazione, dalla salute all’ambiente, ma poco di educazione e di scuola se non per quanto riguarda soluzioni in termini di istruzione, senza toccare l’aspetto educativo degli alunni.

Gli ultimi fatti di cronaca che raccontano di studenti che insultano e aggrediscono insegnati, adolescenti che non conoscono il rispetto per le istituzioni a prescindere se si tratta di docenti o amministratori, registrano un malessere di alunni e famiglie, ma allo stesso tempo anche della società in cui questi adolescenti vivono.

Il Molise non si discosta molto dalla realtà nazionale e la dimostrazione sono gli insulti che su facebook sono stati fatti al sindaco di Campobasso Antonio Battista per aver riaperto le scuole dopo l’ondata di maltempo. Sotto un post in cui il primo cittadino comunicava il normale svolgimento dell’attività didattica si sono susseguiti una serie di attacchi da più parti, da alunni e genitori. Senza entrare nel merito della questione e giudicare se Battista abbia fatto bene o no a riaprire le scuole, il concetto chiave è che alla base di tutto manca l’educazione.

Nessuna parte politica in vista di un nuovo Governo ha pensato di puntare su questo e sulla necessità di un’educazione del popolo nel Paese, nelle città. La politica dovrebbe puntare anche su tale concetto e cioè mettere al centro la funzione originale e specifica della scuola dove l’educazione dovrebbe consentire di rispondere alle domande che ogni giorno ci si pone sulla realtà attuale soprattutto per quanto riguarda la violenza, i rancori e gli attacchi. È proprio attraverso l’educazione che gli adulti formano le generazioni più giovani e permettono loro di stabilire un giusto rapporto con la società che li circonda.

È evidente che oggi viviamo un’emergenza educativa che fa perdere di vista i rapporti umani,  il senso di comunità ed è importante per questo valorizzare il capitale umano e la qualità della convivenza tra le persone.

Il prossimo appuntamento elettorale dovrebbe consentire di riflettere anche su questo, i diversi soggetti politici interessati dovrebbero avviare una riflessione e individuare insieme le criticità da affrontare e definire congiuntamente gli interventi da attuare. Partire dal fatto che la scuola è un bene comune di tutto il popolo e partire da qui per porre le basi per un nuovo sviluppo, economico, culturale e sociale del Paese. È dunque importante che si crei una Costituente per la scuola che lavori sull’educazione come bene comune attraverso la sussidiarietà, la partecipazione e la condivisione di tutti, prendersi cura, dunque, del bene comune anche attraverso la scuola. 

di Miriam Iacovantuono (da Moliseweb.it)

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