La bimba adottata dalla maestra I racconti di Vincenzo

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Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise (fb)

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Abitavano in paese in una minuscola casetta, dirimpetto alla maestra campobassana, due coniugi poveri contadini e attendevano nel 1929, in età matura, un’ulteriore creatura. 

Quando nacque Antonietta la maestra si intenerì di quella bimba perché i genitori non avevano molto tempo da dedicarle per gli impegni quotidiani in campagna. 

L’anziana madre non aveva il latte da donare alla bimba e dovette richiederlo alla sua primogenita Carmela, già madre da qualche anno, che divenne balia della sorellina. 

La maestra campobassana, così chiamata perché proveniente dalla città, seppur severa in classe con gli alunni, amava teneramente quella bimba, che accudì maternamente e alla quale seppe infondere tutto il suo sapere. 

Le voleva molto bene e la bimba ricambiava quel suo affetto standole sempre vicino nella sua casa. 

La maestra Pirazzolli era approdata in Molise dal paese di Mussolini, Predappio, per una semplice coincidenza.

La sua migliore amica, insegnando a Campobasso, aveva trovato in questa città il suo amore.

L’ amica le richiese di accompagnarla in Molise per una settimana. Avvenne tutto in questo periodo: l’amica ruppe il fidanzamento e la maestra Pirazzolli invece lì trovò il suo amore, e per sempre, in Via De Attellis, a Campobasso, dove mia madre mi portava spesso dalla figlia della maestra, Zaira, che mi voleva tanto bene quanto sua madre ne aveva voluto alla mia.

Foto: mia madre - 1931

di Vincenzo Colledanchise (fb)

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