“C’è chi butta i libri, io li recupero”

Visite: 589

Giovanni, il giovane proprietario del chioschetto di piazza Pepe a Campobasso ha ereditato l’attività da suo zio che negli anni Settanta ha iniziato a vendere volumi storici, fumetti e libri di ogni genere 

di Valentina Di Biase (da primonumero.it)

10 gennaio 2018

Back 

Passeggi per il centro e sai che c’è, che c’è sempre stata, perché ormai è un’istituzione; stiamo parlando della libreria indipendente in piazza Pepe a Campobasso, un luogo rimasto inalterato negli anni che sembra non subire il trascorrere del tempo.

Chiacchierando con il giovane proprietario Giovanni Fanelli abbiamo scoperto tante piccole realtà che circondano questo caratteristico simbolo di cultura in pieno centro.

«Questa è un’attività molto datata che ho ereditato da mio zio, lui aveva iniziato nel dopoguerra a Napoli e poi si era trasferito qui a Campobasso, facendo il libraio saltuariamente – e poi definitivamente – negli anni ’70, creando questa piccola realtà storica. Tra i miei cugini nessuno aveva interesse nel continuare il suo lavoro mentre io, che ho una grande passione per i libri e i fumetti, ho avuto la fortuna di ereditarla e ora mi trovo qui, cercando insieme a mia moglie, di condurre una vita dignitosa con un lavoro nella mia città che mi piace tantissimo e di continuare l’attività di mio zio sperando un giorno di poterla lasciare ai miei figli».

Attività, quindi, che andrà avanti per generazioni, preservando e custodendo libri antichi e consolidando il culto della carta stampata, cercando comunque di rimanere al passo coi tempi nell’era degli eBook e degli eReader.

Come vi rapportate con le nuove tecnologie che stanno prendendo piede nel panorama dell’editoria? Che fine farà il cartaceo?

«Ci stiamo specializzando anche nella vendita online, per il momento siamo su ebay sotto la voce “La lettura provoca cultura” e qualche piccolo risultato in più lo abbiamo ottenuto, anche se non è granché; purtroppo le librerie autonome subiscono di più la crisi poiché non c’è il ricambio dei lettori, si utilizzano sempre di più i supporti digitali e solo le grandi librerie come Giunti o Mondadori riescono ad andare avanti. Di questi tempi purtroppo il libro è diventato materiale ingombrante nelle case e mi chiamano spesso per recuperare interi cartoni di volumi che altrimenti sarebbero destinati al macero, mi è anche capitato di sottrarli dai cassonetti della carta perché, sì, esistono persone che buttano i libri, sembra assurdo ma è molto frequente».

Però questo è un lavoro che ha anche le sue gratificazioni, oltre ad avere un magazzino pieno di libri antichi e preziosi, Giovanni si occupa del recupero e la ristampa di testi storici della nostra Regione: «Ultimamente, insieme a un tipografo del luogo, abbiamo ristampato un libro di storia locale dal titolo “Dissertazione Istorico-Critica Della Famiglia Monforte” che ci ha dato molta soddisfazione ed è stato adottato come libro di testo nel corso di storia medievale a Pescara».

Avete una clientela standard? Come ad esempio professionisti del mestiere, fanatici di libri rari, amanti dei romanzi rosa…

«Avendo un’attività diversa rispetto alla libreria, molto on the road con i carrelli all’aperto, si fermano tutti, passa anche il semplice pensionato, il contadino del paese, il liceale. Poi determinati articoli di pregio, soprattutto di storia, sono solo i liberi professionisti o i collezionisti a chiederli, le più grandi soddisfazioni me le danno gli abitanti dei paesi fuori città; a malincuore devo dire che i miei più affezionati clienti non sono di Campobasso».

Oltre a una grande scelta di testi rari, nella libreria di Giovanni è possibile scambiare libri e fumetti, un’usanza che perdura dagli anni ’70: «Certo non posso specializzarmi solo in libri ricercati o da collezione, come si usa nelle librerie sui boulevard in Francia, però porto avanti volentieri l’idea di mio zio di barattare con i clienti i gialli, i libri di fantascienza, i periodici settimanali e soprattutto i fumetti: se me ne portano due in buono stato gliene consegno uno, ma poi dipende dai casi». La richiesta più assurda che ti ha fatto un cliente? O che ti ha fatto sorridere?

«Non potrò mai dimenticare il giorno dell’inaugurazione del nuovo chiosco, è entrato un ragazzo di corsa che mi ha chiesto “Scusa ce l’hai un libro? Ma non mi ricordo né il titolo né l’autore” al che io ho preso il primo volume che avevo davanti agli occhi e gli ho detto “Sicuro è questo!”. Corsi. Un’altra volta invece una ragazza mi chiese un libro d’amore, di quelli estremamente dolci, e io le consigliai di andare in gelateria e comprare un chilo di gelato se la sua intenzione era quella di farsi venire il diabete!».

Continua: «Di richieste strambe me ne fanno continuamente, quando ho esposto libri molto antichi in un mercatino di antiquariato, una ragazza mi fece sorridere, mi chiese perché fossero così vecchi e io perplesso mi limitai a risponderle “Perché non li vendo dall’800”».

Quali sono invece i tuoi gusti? Cosa ti piace leggere?

«In generale mi piacciono i libri che si fanno leggere, anche se prediligo i libri italiani dei primi del 900, che hanno un linguaggio bucolico, ricercato, elegante e i libri di storia. Mio zio diceva sempre “Se non sai da dove vieni non sai dove andare”, per questo mi porto dentro una grande passione per i testi storici, soprattutto quelli che riguardano la mia Regione, i Sanniti e così via».

Che progetti hai per il futuro?

«Vorrei trovare un posto disponibile per aprire un salotto letterario, per il momento affrontare una spesa mensile è difficile, però in futuro se si riesce ad avere più dialogo con l’Amministrazione comunale si può provare a riqualificare il centro storico; sarebbe bello, anche perché ci sono un sacco di negozi chiusi e a me qui manca lo spazio, se dipendesse da me li riempirei tutti di libri!». 

di Valentina Di Biase (da primonumero.it)

Back