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Il gioco della cattiva informazione mira all’assuefazione dei cittadini al cospetto di ogni misfatto

di Michele Petraroia

06 novembre 2017

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L’esempio di Domenico Iannaccone che oggi riceverà a Frosolone un meritato riconoscimento per le sue brillanti inchieste giornalistiche, conferma il valore e lo spessore di tanti professionisti molisani che si sono affermati in Italia e nel Mondo per competenza, imparzialità e coraggio. Gaetano Scardocchia, Federico Orlando, Giuseppe Tabasso, e Aldo Biscardi, sono solo alcuni dei nomi più noti, ma per fortuna sono tanti i giornalisti della nostra Terra che, dentro e fuori dal Molise, hanno scritto pagine di libertà preziosissime e mai scontate.

Nell’era del mercato, con l’etica in soffitta e la Costituzione dimenticata, l’informazione è evoluta, o involuta, che dir si voglia, da espressione massima di libertà in prodotto commerciale funzionale a sostenere la legge del profitto, e giustificare l’illecito arricchimento di vecchi e nuovi arrampicatori sociali. Eppure il ruolo della stampa è decisivo per coinvolgere i cittadini, educarli alla partecipazione, informarli con obiettività su ciò che accade e contribuire a trasformare la Folla, violenta ed ignorante, in un Popolo, responsabile e civile. Augurare buon lavoro a tutti gli eletti di AssoStampa e dell’Ordine dei Giornalisti del Molise è un atto necessario ma non sufficiente per consentire loro di esercitare al meglio la propria funzione.

Come emerge da recenti inchieste della Direzione Antimafia della Calabria gli intrecci tra criminalità organizzata, istituzioni, partiti, editoria, imprese, appalti e movimenti, venivano governati in una sorta di cabina di regia capace di decidere a monte le sorti delle competizioni elettorali, alla faccia della sovranità popolare. Il Potere mal sopporta la stampa libera e là dove non riesce a redimerla con le clientele, è aduso a comprarla. Gli affari non tollerano intralci e pur di far soldi a qualsiasi costo e con ogni mezzo non si bada a spese. In un contesto simile in cui l’economia si fa politica per meglio tutelare gli interessi privati a scapito dei beni comuni, e utilizza i partiti come taxi per accumulare ricchezze illecite, bisogna intensificare la mobilitazione in difesa di ogni espressione di libertà.

Il gioco della cattiva informazione mira all’assuefazione dei cittadini al cospetto di ogni misfatto alimentando la dissacrazione delle istituzioni, la sfiducia nella politica, il disprezzo verso ogni forma di rappresentanza sociale e la spettacolarizzazione delle notizie. Come si fa a non far reagire un milione di persone del Nord della Puglia che dal 1997 al 2017 hanno visto assassinare dalla mafia foggiana 300 vittime con una ferocia crescente? Se l’80% di quei delitti è rimasto impunito qual è l’opinione comune che si forma se non quella che lo Stato non è più il regolatore sociale, ma sono altri i Poteri che decidono sugli appalti, sui traffici, sulle assunzioni e sulla gestione delle istituzioni pubbliche? Una libera stampa avrebbe fatto inchieste, informato i cittadini, scoperchiato intrecci e spronato le persone a reagire nell’interesse di tutti.

La funzione di un sistema di informazione libero è essenziale per la democrazia, non può essere affidata al coraggio dei singoli ma garantita da norme codificate che la parte sana della società dovrebbe avere la forza per far approntare a tutela dei diritti di tutti. Lo scontro è improbo perché da una parte ci sono miliardi di euro derivanti da collusioni, mafie, devianze e clientele, e dall’altra ci sono resistenze sempre più fragili di singoli individui che agiscono solo in forza della propria coscienza. È dura ma Domenico Iannaccone e tanti altri bravi giornalisti come lui, ci hanno insegnato che resistere è possibile. Nonostante tutto si può ancora far bene il proprio dovere con onestà, imparzialità e spirito critico.

di Michele Petraroia

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