Le start up che salvano le montagne

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I progetti di tredici imprenditori sono stati selezionati in base a criteri di sostenibilità economica e ambientale. Da giugno lavorano insieme per realizzare le loro idee: provengono da varie regioni d’Italia. La Fondazione Garrone offre 60 mila euro. Tra le proposte imprenditoriali accessori etici frutto del riciclo e hotel-container in mezzo alla neve

di Maurizio Donelli (da corriere.it)

25 ottobre 2017

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Prendersi cura di zone abbandonate creando economia e avendo cura dell’ambiente e della sua salvaguardia. Dare vita a idee imprenditoriali inedite. Recuperare dal passato attività rurali che si pensava dimenticate. Il tutto con la spregiudicatezza della giovane età, la preparazione culturale universitaria e un sostegno concreto per trasformare i propri sogni in realtà. Che si possa fare lo raccontano loro. Gabriele Barbarossa, 24 anni, piemontese, vuole avviare il recupero di container per trasformarli in «camere d’albergo» mobili che, opportunamente adattate anche con l’inserimento di vetrate da cui è possibile guardare il cielo, possono essere trasportate con i gatti delle nevi sulle piste da sci. 

La filiera corta

Rita De Colle, 32 anni, veneta, con il progetto «Etichette» intende favorire e stimolare la nascita di filiere corte del settore tessile di montagna, promuovendo il confezionamento e la vendita di abbigliamento e accessori etici ed ecologici trattando esclusivamente vestiti frutto di riciclo sostenibili, che abbiano una filiera rintracciabile. Federico Guadalupi, 29 anni, ligure ha chiamato la sua idea «I Cavalieri di Glori»: una cooperativa che valorizza e mette a sistema attività agricole, turistiche e artigianali che stanno nascendo e si stanno consolidando sul territorio della Valle Argentina e, in particolare, nella piccola borgata di Glori (Imperia). La cooperativa si concentrerà sulla produzione e trasformazione di lavanda e zafferano, a cui affiancherà altre produzioni agricole (olio, fagiolo Muneghetta, mais spinato locale, castagno, uva), attività turistiche ricettive, della ristorazione e un panificio. Lorenzo Quaccia, 24 anni, piemontese ha la sua «Altura»: un’azienda ittica di allevamento biologico e trasformazione di trote valdostane, un prodotto ancora scarsamente valorizzato sul territorio. L’impresa si concentrerà inizialmente sulla trasformazione (affumicatura e marinatura) del prodotto di terzi, avviando nel frattempo l’allevamento diretto tramite l’affitto o l’acquisto di una vasca di acquacoltura. La lavorazione avverrà tramite l’utilizzo di legni autoctoni valdostani, di aceto prodotto localmente, sale di montagna e di erbe della zona. 

La spa nel bosco

La spa nel bosco Ci sono loro e poi tutti gli altri, con attività potenziali che vanno dalla Spa nel bosco alle app che mettono in rete operatori sciistici, turistici ed enogastronomici del territorio, dalla gestione di rifugi, strutture ricettive e aziende multifunzionali. I giovani che si inventano un lavoro facendo bene all’ambiente hanno risposto alla chiamata di ReStartAlp, il progetto promosso e finanziato da Fondazione Cariplo e Fondazione Edoardo Garrone, che vede coinvolti appunto dieci ragazzi e tre ragazze, di età compresa tra i 24 e i 33 anni (età media 27 anni). Diversi profili e provenienze, ma una caratteristica comune: l’amore per la natura e la volontà, ostinata come sono ostinati gli innamorati, di difenderla concretamente, con i fatti e non solo con le chiacchiere. 

Il rilancio alpino

Sono arrivati dal Piemonte, ma anche da Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Lazio. Le loro idee sono state selezionate secondo criteri di sostenibilità economica e ambientale, prestando «attenzione al livello di innovazione e al potenziale contributo al rilancio del territorio alpino nel suo complesso», come è spiegato nel progetto. Da giugno, tutti insieme, lavorano sulla concretizzazione delle proprie intuizioni guidati in un Campus organizzato a Premia, in Val d’Ossola, da un team di docenti, esperti e professionisti dei principali settori dell’economia alpina. Un percorso formativo che comprende momenti di didattica, laboratorio d’impresa, tirocinio ed esperienza sul campo. Per agevolare l’avvio dei tre migliori progetti di impresa sviluppati dai partecipanti, al termine del Campus la Fondazione Garrone metterà a disposizione premi per un totale di 60 mila euro e un servizio di consulenza gratuito per poter avviare l’attività. «Sostenere l’avvio di nuove giovani iniziative come queste - dice Alessandro Garrone, presidente della Fondazione Edoardo Garrone - è solo uno dei tanti contributi che si possono dare al recupero e allo sviluppo della montagna e delle aree interne. Con ReStartAlp e ReStartApp (iniziativa analoga legata all’Appennino ndr) abbiamo intercettato in questi anni un nuovo, sempre più ampio e solido orizzonte strategico. Ma bisogna lavorare su piani diversi - economico, sociale, ambientale, infrastrutturale, educativo, sanitario - per realizzare veri e propri modelli di sviluppo locale replicabili su territorio nazionale». 

Ri-abitare la montagna

«Favorire l’innovazione sociale e il desiderio dei giovani di fare impresa in questi territori - spiega Sonia Cantoni, consigliere della Fondazione Cariplo con delega all’Ambiente - innesca un processo virtuoso in quanto il ritorno delle attività economiche porta con sé il ritorno delle persone e dei servizi e nuovo interesse per rimanere o ri-abitare i luoghi di montagna». E dimostra ancora una volta che i nostri giovani non sono solo bamboccioni come qualcuno avrebbe voluto farci credere. 

di Maurizio Donelli (da corriere.it)

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