Isernia, una città che ha perso il rispetto di

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Abbiamo smesso di pensare al futuro e ci accontentiamo di sopravvivere!

di Christian Ciarlante (da futuromoilise.it)

10 ottobre 2017

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Non serve più a niente chiudere gli occhi: la situazione di Isernia oggi è chiara a tutti; inutile nascondersi dietro sciocchi alibi! La politica, principale responsabile lo è in primis, ma non è l’unico soggetto che dovrebbe fare pubblica ammenda. E’ palese l’incapacità di chi governa la regione di rispondere a qualsiasi domanda; le amministrazioni comunali, quasi sempre, si incartano nel gestire ogni tipo di problema, non c’è più buon senso e, per questo, tutto inevitabilmente va a rotoli.

Mettere ordine in questo caos non è affatto cosa semplice, ma nemmeno si puo’ continuare a navigare a vista in attesa della bonaccia. Un giorno, magari, ci chiederemo come siamo arrivati a questo punto senza muovere un dito per migliorare le cose. In fondo in fondo, un po’, tutto questo ce lo meritiamo perché da bravi italiani aspettiamo sempre sulle rive del fiume che qualcosa cambi senza fare nulla. Abbiamo smesso di pensare al futuro e ci accontentiamo di sopravvivere sotto il peso di una crisi senza precedenti.

In questa città aumentano i disillusi e i senza speranza che, ormai rassegnati, non fanno più caso a niente, ma si lasciano scivolare tutto addosso. Chi vive in questa realtà spera di andarsene, sogna la fuga, neppure più per sé, ma per i figli. Questa è una città da incubo. Questa non è una città per sognare: questa è una città che deprime! Che deprime i ragazzi, che umilia le loro intelligenze ed i loro talenti, perché se sei “solo” intelligente, colto e capace, a volte sei costretto a fare le valigie per andare il più lontano possibile.

Li spegne ogni volta che si fanno false promesse sul lavoro, ogni volta che si raccomanda qualcuno, ogni volta che la politica compie qualsiasi atto solo per fini elettorali; li spegne quando si verifica una beffa come quella che riguarda i tirocini formativi: ennesima “supercazzola” nei confronti di chi non sa più a che santo votarsi. Il capoluogo pentro è stato mortificato e umiliato. La provincia di Isernia è stata lasciata in balia delle onde e al suo triste destino. Un governo regionale avido, incompetente e miope ha contribuito a distruggere l’economia di una realtà cittadina e provinciale che era già claudicante.

Non ha saputo e né ha voluto trovare strumenti, risorse, per affrontare la crisi e le nuove sfide, pensando solo a fare i suoi interessi e a raccontare ai molisani una ripresa che non c’è. Questa è la realtà. Sull’Isernia calcio a 5 è calato il sipario: un’altra ferita per una città che non ha più sangue nelle vene. Un plauso va a tutte quelle persone che per tanti anni hanno creduto a questo progetto, ma come accade spesso in questi casi, alla fine, si rimane sempre soli. Sembra che anche la pallavolo sia a rischio; l’Effe Sport che milita in B/1, oggi tramite il suo presidente ha lanciato un segnale d’allarme.

I problemi del PalaFraraccio non risparmiano nessuno, ma senza fondi regionali c’è poco da fare. C’è solo da sperare che, con le elezioni alle porte, dal governo regionale arrivino i denari tanto agognati per sistemare le cose. Inutile fare l’elenco di tutto quello che non va: rischiamo solo di trovarci incastrati in un ginepraio senza uscite! Tante le occasioni perdute, ma ancora di più sono gli errori commessi negli anni.

Ieri la colpa era delle amministrazioni precedenti, oggi la colpa è dei migranti, domani sarà del destino beffardo. Possibile che noi isernini dobbiamo dare sempre la colpa agli altri? Assumerci le nostre responsabilità è chiedere troppo? Forse sì! Per andare avanti abbiamo bisogno sempre di capri espiatori. Nel frattempo, continuiamo a toccare il fondo inesorabilmente. Siamo una città che ha perso il rispetto di sé!

di Christian Ciarlante (da futuromoilise.it)

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