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Baranello, un centro abitato molto antico

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Notizie risalenti all’epoca dell’imperatore Traiano nel 102 d.c.

di Giovanni Manocchio

12 settembre 2017

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Il nome del comune deriverebbe, secondo le attuali ipotesi storiche più accreditate, da Monte Vairano, sede attuale degli scavi archeologici della presunta città sannitica di Aquilonia, dal quale gli abitanti esodarono per una supposta catastrofe naturale ed approdarono su un colle più piccolo, chiamato per l’appunto Vairanello, corrispondente all’attuale Baranello.

A Montevairano sul colle più alto ci sono ruderi di un castello ed abitazioni relative ad un insediamento medioevale; sarebbero partiti da qua, sollecitati da una presunta catastrofe i futuri baranellesi?

Andiamo per gradi!

Giambatista Masciotta, nella pubblicazione di storia del Molise,riporta la più antica menzione di Baranello,che risalirebbe al XI sec., in riferimento ad una donazione fatta nel 1011 da Leone, Vescovo di Boiano, alla Badia cassinese della chiesa di S.Giusta che si trovava nel territorio di Baranello.

Ma su alcune carte topografiche del XIII sec. l’attuale Baranello è nominato “Varranella”.

L’arcivescovo di Firenze S.Antonino nel XV sec. ricorda che Varranella, il nome di questo comune che è detto Varanello, fu uno dei paesi maggiormente devastato nel terremoto del 1456.

Di Vairanello derivante dall’esodo di abitanti di Monte Vairano, per una imprecisata catastrofe, abbiamo attualmente solo vaghi ricordi tramandati da generazioni, o supposizioni di alcuni storici, ma in sostanza niente di concreto, e tale evento, se fosse accaduto sarebbe avvenuto in epoca medioevale; dopo l’insediamento sannitico e romano . Mentre dell’antico toponimo Varranella i riferimenti li abbiamo, e da poco, ne ho riscontrato un molto antico, fino ad adesso ignorato, nella Tabula Alimentaria di Veleia, qua ritrovata nell’agro piacentino nel 1747. E’ la più grande iscrizione d’epoca romana, misura m.1,38x2,86 e Giuseppe Pittarelli, che per prima la tradusse ed interpretò,la descrive in questo modo.      

“La pratica lodevolissima di sovvenire ai bisogni dei poveri sicuramente deve l’origine sua a quella legge di natura per la quale uomini adorni di virtù si sentono muovere a compassione della miseria di altrui; con tutto ciò questa nei tempi molto antichi appo de più colti Romani non estese tanto i limiti suoi, che far potesse presso de’ medesimi luminosa comparsa…..CocceioNerva fu il primo ad ordinare che a spese pubbliche venissero alimentati fanciulli, e le fanciulle nati di parenti poveri nelle città d’Italia. 

Comunque a Traiano devesi la gloria di essere stato di imperatore più liberale, per aver egli stesa la sua mano benefica verso Roma verso i figlioli nati di parenti liberi avendo egli accordato il frumento provveduto dell’erario pubblico, e del suo, ma eziando verso i fanciulli e le fanciulle poveri di diverse altre città, avendo assegnato ad essi un reddito determinato, e stabile, col quale venissero alimentati, come ricavasi da Plinio il Giovane, dalla tavola Veleja e da altre iscrizioni pervenute ai tempi nostri.” 

Sul sepolcro di Plinio si legge” AMPLIVS. DEDIT.IN.ALIMENT. PUEROR. ET . PUELLAR. PLEB. H.S.

I riceventi erano plebei, poiché tali erano quelli, ai quali Plinio volle far sentire il suo dolce affetto della sua liberalità.

Adriano, figlio di Traiano, aggiunse nuovi atti di liberalità nelle donazioni.

Si leggeal suo riguardo ”pueris, acpuelli, quibusTrajanus alimenta detulerat,  incrementum liberalitatis adjecit.”

In seguito da Antonino Pio, da Marco Aurelio e da Alessandro Severo, come ci viene riferito da Giulio Capitolino, furono aggiunte le Faustine e le Mammeane.

Chi, non addetto ai lavori, avrebbe oggi immaginato una cosa simile.

Le persone hanno appreso sui romani, più che dalle scarne notizie dei libri di storia, soprattutto dai film colossal americani che spesso, nelle rievocazioni storiche, mettono l’accento sulla crudeltà dei romani verso i liberti(prendiamo ad esempio Spartacus); ma la romanità non è  quello o solo quello. Riscontriamo invece in quelle istituzione, una grande preoccupazione per la povertà, ed esse si adoperavano per assicurare un reddito all’indigenza. L’immagine contorta dei colossal risiede, come alcuni storici, tra i quali Fabio Calabrese, evidenziano, nel tentativo da parte dei magnate dell’altra sponda dell’oceano di screditare la grandezza delle civiltà europee di uniformarle ad uno standard di mediocrità per mettere al primo posto quella amerinda; tutto è America e tutto deriva dall’America, ed anche attualmente lo slogan del nuovo presidente che va per la maggiore  è”America first”

Ma noi non ci stiamo e riscopriamo con entusiasmo le nostre più nobili tradizioni.

L’istituzione alimenta (in un iscrizione nel foro romano) consisteva in un prestito ipotecario concesso ai proprietari terrieri “obligatio prediorum” i cui interessi (5%) erano devoluti al mantenimento dei fanciulli poveri col duplice intento di incrementare le attività agrarie e sostenere le famiglie povere per contrastare lo spopolamento delle campagne.

La tabula consiste in una descrizione dove sono elencati il nome del proprietario del fondo in quale Vico risiedeva (in alcuni casi) ed a quale Pago apparteneva. Ricordiamo che nella romanità. Il Pago corrispondeva ad un territorio esteso, mentre i Vici erano piccoli aggregati di case con fondi o poderi. Ma in taluni casi in un Pago poteva esserci un possessore di un fondo che era localizzato in una zona molto lontana dal piacentino o regioni vicine dove questi Paghi erano per lo più incentrati nella nostra Tabula Alimentaria;cosi un fondo si trovava a Gragnano sui monti Lattari nel beneventano.

E nel caso di Baranello?

Leggiamo sulla tabula che il proprietario, un certo VARRONIUS, del PAGO GIUNONIS del tortonese(descrizione secondo il culto osservante) possedeva un fondo in VARRANELLA.

Varranellacome anticotoponimo è unico e non esistono altri Varranella o simili per cui si possa fare confusione.

Ricaviamo quindi che Varranella esisteva come aggregato di case o Vico nel 102d.C. quando è stata redatta la Tabula dall’imperatore Diocleziano, o forse anche prima, e pertanto la storia di Baranello va radicalmente aggiornata.

Gli esuli di Monte Vairano, in epoca medioevale, con molta probabilità si sono solo uniti a quelli di Varranella (attuale Baranello) che già esisteva da secoli; però questa tesi èda confermare con ulteriori ricerche.

Ma è per noi gratificante che un fondo di Varranella, l’attuale Baranello era ipotecato per un prestito al suo proprietario, ed il 5% dell’interesse era devoluto a quello che attualmente chiamiamo reddito di cittadinanza, ed era quindi a disposizione di persone bisognose.

In età imperiale, oltre a fendenti di spade e teste mozzate raccontate da un certo tipo di cinema, c’era una preoccupazione, quasi assillante, affinchè tutti, anche i più poveri,godessero delle risorse a disposizione, cosa questa, che attualmente, è lungi dal raggiungersi oltre che nei paesi del terzo mondo, anche nell’ occidente più progredito. 

di Giovanni Manocchio

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