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Quando il fundraising salva la cultura

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L’esempio di Pietrabbondante e il caso Larino

di Davide Vitiello (da moliseweb.it)

7 luglio 2017

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Il patrimonio storico e archeologico del Molise alla ribalta nazionale grazie ad un innovativo progetto di crowdfunding ideato dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma. La campagna di raccolta fondi è stata realizzata allo scopo di permettere la prosecuzione degli scavi in corso al Santuario Italico di Pietrabbondante, considerato il luogo istituzionale e religioso più importante dell'epoca sannita. Tale iniziativa nel campo del no profit apre nuove opportunità anche per altri importanti siti archeologici presenti sul territorio regionale. Un esempio in proposito è rappresentato dal Foro Romano di Larinum, dove gli scavi sono fermi da tempo a causa dell’atavica carenza di risorse statali. 

Un innovativo progetto di crowdfunding per sostenere gli scavi in corso da oltre dieci anni al complesso archeologico di Pietrabbondante in provincia di Isernia. Il progetto di 

raccolta fondi è stato presentato al pubblico nel corso di una iniziativa di rilievo nazionale che si è tenuta lo scorso 10 Giugno al Csoa San Papier in via Carlo Felice a Roma. 

La serata è stata allietata da una cena con prodotti tipici molisani, cui è seguita l'inaugurazione di una mostra fotografica che racconta gli scavi archeologici e il Santuario italico di Pietrabbondante. L'iniziativa è stata promossa dalle archeologhe e archeologi dell'INASA - Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte - che negli ultimi dieci anni hanno lavorato come volontari alla riscoperta dell'antico Santuario Italico di Pietrabbondante, sotto il coordinamento del professor Adriano La Regina. 

La campagna di raccolta fondi è stata ideata con l'obiettivo di dare prosecuzione al lavoro di ricerca nelle seguenti aree di intervento: esplorare l'area del Santuario Orientale dove un sacello, parzialmente scavato nel 2016, ha documentato una tenue continuità di culto (almeno fino al V secolo d.C.), di cui è necessario appurare il carattere; indagare i settori più significativi e le strutture individuate ma ancora inesplorate; sostenere le spese di cantiere: operai specializzati, mezzi meccanici, assicurazioni;proseguire le attività di laboratorio e di studio sui materiali archeologici; ricostruire le vite degli abitanti di queste terre e mantenerne viva la memoria per le generazioni future. Grazie alla campagna dell'INASA sono già stati raccolti quasi 22 mila euro. 

La strategia di raccolta fondi sperimentata nel caso del Santuario di Pietrabbondante apre interessanti opportunità anche per altri importanti siti archeologici presenti sul territorio regionale attraverso tutti gli strumenti utili come il fundraising. Un esempio in proposito è rappresentato dal Foro Romano di Larinum, dove gli scavi sono fermi da tempo a causa dell’assenza di erogazioni statali. L'area di importanza strategica secondo quanto emerso dagli studi e dalle ricerche compiute in loco fino al 2011 dagli studenti dell'Università La Sapienza di Roma e del Politecnico di Bari,  versa oggi in una preoccupante condizione di abbandono. 

Il fundraising è un modello vincente di partecipazione collettiva per una mission sociale condivisa, vale a dire salvare le nostre bellezze e renderle finalmente conoscibili all’esterno. Una necessità quest'ultima spinta dall’idea che un bene artistico è anche e soprattutto un bene comune; ciò vuol dire quindi che tutti possiamo e dobbiamo sentirci coinvolti nella sua salvaguardia e nella sua valorizzazione. In questo senso il fundraising non solo risponde ad una mancanza economica ma anche ad un bisogno sociale e soprattutto impone a chi gestisce risorse altrui la responsabilità e quindi il dovere di corrispondere alle esigenze dei donatori con la necessaria trasparenza.

di Davide Vitiello (da moliseweb.it)

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