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Il folklore unisce Molise e Argentina

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Dopo un tour in Abruzzo, Mariana Mastroianni, di origini molisane, è riuscita a portare il suo gruppo folcloristico Campobasso e a S. Angelo Limosano 

di primonumero.it

6 luglio 2017

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Costumi, pizzi e merletti sono argentini. Sulla carta d’identità è riportato che sono nati a Rosario, una delle città dell’America Latina dove si trasferirono tanti molisani che scapparono da una terra tanto povera per cercare fortuna altrove. Il legame con la nostra regione non è stato scalfito dal tempo, ma rafforzato dall’amore per una tradizione che va oltre le distanze: il folklore è il filo rosso in grado di abbattere una distanza di 120mila chilometri. 

I nipoti degli emigrati hanno costituito la Compagnia Tradizionale Val d’Abruzzo di Rosario dell’Associazione Famiglia Abruzzese e, dopo aver preso i contatti con Rosa Socci, il 30 giugno sono stati ospiti della Polifonica Monforte, del Consiglio regionale e del Comune di Campobasso. Per loro una giornata speciale, di emozioni e di ricordi. 

Tra i componenti del gruppo c’è Mariana Mastroianni. Durante la cerimonia a palazzo D’Aimmo riesce a stento a trattenere le lacrime. I suoi nonni erano di Sant’Angelo Limosano, il paese vicino a Campobasso che hanno lasciato decenni fa. Lei è nata a Rosario nel 1964. Ma le sue parole sono una dichiarazione d’amore al Molise: «Mi sento molisanissima», sottolinea. La cadenza spagnola accompagna un italiano perfetto. «Direi che sono una molisana in Argentina o, viceversa, quando sono in Molise sono italo-argentina. Amo questa terra, studio e ho cercato di collegarmi con i gruppi folkloristici di questa regione, come gli Zig-Zaghini, poi la Polifonica Monforte. Abbiamo stretto un bel rapporto, così come abbiamo stabilito un bel legame con il sindaco di Sant’Angelo Limosano». 

Già da quando era una bambina ha sentito parlare del Molise dai nonni materni. I racconti della fatica del lavoro nei campi, di sudore e di povertà. Immagini che poi si sono concretizzate nel suo primo viaggio nella nostra regione: «Quando sono arrivata a Termoli e ho preso il treno per raggiungere Campobasso, vedevo la campagna e la gente che lavorava la terra. Piangevo perché ricordavo quello che mi avevano raccontato a casa e coincideva perfettamente con la realtà e con quello che vedevo. Quando torno in Molise, è come se tornassi a casa anche se purtroppo non ho più parenti che vivono qui». 

E poi non ci sono solo le storie che le raccontavano quando era bambina. Mariana ha ’respirato’ l’aria del Molise a Rosario, ha mangiato piatti preparati secondo le usanze molisane. «Sin da piccola - spiega - ho mangiato secondo le tradizioni molisane, le filastrocche e le canzonette che mi raccontavano erano molisane.

La mia famiglia, nonostante fosse emigrata in Argentina, è rimasta sempre molto legata a questa terra. E anche io lo so. Questa regione mantiene molto le tradizioni e per noi questo è importantissimo». 

E’ dall’amore per le tradizioni che è scoccata la scintilla per il folklore e per la Compagnia Tradizionale Val D’Abruzzo. La quarta visita di Mariana nella nostra regione coincide con la visita in Consiglio regionale e nel Comune di Campobasso e con l’esibizione in corso Vittorio Emanuele. 

«Dopo quasi 34 anni dedicati al folklore, per me è stato il massimo essere stata qui con il mio gruppo folkloristico. Non potevo chiedere di meglio perché noi che viviamo così lontani siamo ‘orfani’ di questa regione: la distanza è grande. Oggi forse non tanto, ma 33-34 anni fa c’era un abisso tra Argentina e Italia. Oggi è diverso anche grazie alla tecnologia. Essere stati ricevuti qui è molto emozionante, sono molto felice», conclude stringendo in mano la targa donata dalla Regione Molise. Mariana sorride ed è contenta. E’ bello vedere che il famoso ’Molise che non c’è’ invece esiste nel cuore dei figli e dei nipoti dei nostri emigrati. 

di primonumero.it

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