1a giornata al Forum Aree Interne 2017

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Le considerazioni di Enrico Borghi, per l’Alta Irpinia, e di Marcello Pittella, per la Basilicata

di Giulio D’Andrea (da irpiniapost.it)

30 maggio 2017

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“Per le aree interne c’è bisogno di modernizzazione e innovazione. Ma la colonizzazione dei territori è un rischio“. Le parole di Enrico Borghi ad Aliano calzano a pennello per un territorio come l’Alta Irpinia. E in un certo senso danno una prima risposta ai nostri dubbi sul futuro delle zone più isolate del Belpaese. Borghi infatti parla della necessità e dell’importanza di ciò che definisce il capitalismo 4.0. Quindi le imprese e le capacità di far profitto del digitale. Basterebbe puntare sulla banda larga per rendere attrattiva una microzona come l’Irpinia o come i monti del Materano? Non esattamente. Il parlamentare con delega alla strategia sulle aree interne coglie opportunità e pericoli. “L’energia rinnovabile e la banda larga sono fattori decisivi di sviluppo. Ma le infrastrutture si possono fare contro il territorio e per il territorio. Non possiamo più ragionare con modalità novecentesche, sulle rinnovabili non si può passare da una produzione del 17 al 27 in pochi anni danneggiando le aree“.

Ecco, riferimento chiarissimo all’Appennino meridionale costellato da centinaia di pale eoliche. “La soluzione? Puntare sul capitalismo 4.0 ma con un modello italiano. Ed è il modello della strategia aree interne, quello di governare i processi dal basso, dalle comunità. Il pilastro di una ripartenza è il capitalismo di territori. Quindi puntare anche su enogastronomia, turismo, cultura, ambiente. Ma come fattori produttivi“. Ed è chiaro, anche se l’intervento è lungo e complesso, che Borghi auspichi un percorso su rinnovabili o banda larga compatibile con la singola area.

Prima di lui aveva parlato il governatore della Basilicata, Marcello Pittella. Che pone una serie di domande. “Possiamo vivere da protagonisti in luoghi così piccoli e che possono essere più virtuosi di altri proprio perché più piccoli? Possiamo far diventare i paesi il luogo dell’inclusione e dell’accoglienza? Possiamo sfatare il luogo comune sullo spopolamento? Possiamo parlare di possibilità? Noi siamo i cittadini che dimostrano rinnovamento nelle buone pratiche. Ma questo non basta, questo sforzo non basta. Questa giornata – dice sulla manifestazione di Aliano – merita un’azione di proselitismo e divulgazione. Però bisogna bandire dalla nostra discussione la paura e la strategia della divisione. Il Sud può rappresentare una occasione per una strategia di investimento dell’Europa. Una grande piattaforma culturale e logistica per il Mediterraneo. Se questa è la nostra idea, e lo è, la consegniamo a chi oggi governa il paese con saggezza e qualità“.

di Giulio D’Andrea (da irpiniapost.it)

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