ASTUZIA DEL CONTADINO

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Favola bengalese che vuol far riflettere

di p. Antonio Germano Das, sx.

10 maggio 2017

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BREVE PREMESSA. In Bangladesh è ancora molto diffuso il latifondo. Il latifondista in lingua bengalese si chiama mohajone cioè gran signore. Al momento del taglio del riso, come è accaduto lo scorso mese di aprile, al crocicchio delle strade e di buon mattino, è facile vedere gente assiepata (uomini e donne), in attesa che venga qualcuno che li assuma come braccianti, proprio come accadeva una volta dalle nostre parti. Nel racconto si parla di kolshi.Si tratta di un recipiente di terra cotta, di solito, ma può essere anche di alluminio o di bronzo e serve soprattutto per il trasporto dell’acqua. Lo si trova in ogni famiglia ed è una specie di anfora senza manico. Dalle mie parti c’era la “tina” di rame delle nostre mamme, che assolveva la stessa funzione. Si parla anche di bhat, che è il riso cotto. Lo si accompagna col cosiddetto torkari, l’intingolo di carne o pesce e verdure cotte, che in inglese si dice carry. Compare infine l’albero boroi, che produce un frutto chiamato kul, di cui i bengalesi (soprattutto le donne) sono molto ghiotti. Ci sono kuldi vari tipi e grandezza ed anche di sapore diverso.

C’era una volta un contadino e sua moglie. Essi coltivavano il terreno di un ricco proprietario. Il contadino teneva nascosto a sua moglie ogni più piccolo segreto, perché lei non sapeva tacere e spifferava subito tutto in giro. Si era nel mese di Choitro(da metà marzo a metà aprile) e faceva tanto caldo che il contadino lavorava di notte al chiarore della luna. Una notte si recò sui campi a lavorare e, mentre rivoltava la terra con la zappa, si trovò dinanzi un kolshi. Il kolshiera pieno di monete d’oro. Gli tornò in mente una storia di dieci anni prima, quando un altro contadino lavorava quella terra. Era un tipo così avaro che si recava al bazar solo per comprare il sale e metteva da parte tutti i soldi. Un giorno però morì improvvisamente e nessuno seppe mai dove avesse messo i soldi.

Il contadino portò a casa il kolshi, ma tutta la notte non riuscì a prendere sonno. Pensava: in che modo riuscirò a tenere nascoste le monete d’oro? Il mattino seguente la moglie si sarebbe recata al fiume per fare il bagno. A quel punto il contadino disse: “devo scavare una fossa nel pavimento”. Così tutti e due si misero all’opera. Poi il contadino disse: “Adesso puoi andare, farò io il resto del lavoro”. Andata via la moglie, egli riempì di nuovo la fossa di terra e si recò nella camera a fianco. Scavò un’altra fossa e vi nascose il kolshi. Un’ora dopo arrivò il proprietario del terreno e disse: “restituiscimi il mio kolshi”. Il contadino rispose: “Quale kolshi?” Il proprietario continuò: “Tu hai trovato monete d’oro nel mio terreno; me lo ha detto tua moglie.” Il contadino, ridendo, disse: “Mia moglie è uscita di senno: essa vede in sogno solo oro e argento”. Il proprietario aggiunse: “Questa notte convocherò un’assemblea popolare per avere giustizia”.

Il contadino non sapeva più che pesci prendere. Improvvisamente gli venne in mente uno stratagemma. Egli era solito lasciare una trappola nel fiume per pescare i pesci. Andato sul posto, vide che 5 pesci erano rimasti intrappolati. Con degli ami appese i pesci ai rami del boroi, lasciandoli penzolare. Al limite della foresta c’era una trappola aperta ed un coniglio vi era caduto dentro. Il contadino gli ruppe l’osso del collo e, infilandogli un amo all’orecchio, lo lasciò sospeso nel fiume. Tornato a casa, disse alla moglie: “Vieni, andiamo a vedere se questa volta troviamo o no qualcosa da mangiare”. Arrivati sulla sponda del fiume, piena di meraviglia, la moglie disse: “Oibò! Come è possibile che i pesci siano appesi all’albero? E perché il coniglio è nel fiume?” Il contadino rispose: “Come perché? Tu non sai che quando piove i pesci si attaccano agli alberi e i conigli scendono nei fiumi? …

All’ora di pranzo essi mangiarono allegramente il bhatcon torkaridi carne e pesce. La notte il proprietario del terreno, convocata l’assemblea per far valere i suoi diritti, rivolto al contadino, disse: “restituiscimi le monete d’oro che hai trovato nel mio terreno!” Il contadino rispose: “Ma come! Voi non sapete che mia moglie è uscita di testa e continua a sognare solo oro e argento? Chiedetele un po’ perché oggi mi ha lasciato senza mangiare”. La moglie intervenne dicendo: “Cosa dici mai! Hai dimenticato che ti ho cucinato il bhatcon torkari di carne e pesce? Che la notte scorsa è piovuto e i pesci sono rimasti appesi al boroi e che tu stesso con l’amo hai pescato un coniglio nel fiume? Ho l’impressione che tu hai dimenticato tutto…” All’udire le parole della moglie, tutti scoppiarono a ridere. La moglie, andata su tutte le furie, disse: “Ah! Sì! Credete proprio che io sia diventata matta? Venite e vedrete se io dico o no la verità!” Tutti insieme si recarono a casa del contadino e cominciarono a scavare nel pavimento. Non avendo trovato nulla, se la squagliarono tutti ridacchiando. Da quel giorno nessuno più venne a disturbare il contadino..

di p. Antonio Germano Das, sx.

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