Acqua bene comune

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Il Molise segua l’esempio della città di Napoli

di Il Comitato Promotore Sinistra Italiana Molise

9 febbraio 2017

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La Città di Napoli è una delle rare eccezioni amministrative su tutto il territorio nazionale che ha rispettato concretamente il pronunciamento referendario sull’acqua pubblica come bene comune.

Infatti, l’Amministrazione partenopea, ha costituito una società pubblica denominata ABC (Acqua Bene Comune) a cui ha affidato la gestione del servizio idrico integrato, l’erogazione dell’acqua, delle reti e della depurazione.

In altre parti d’Italia imperversano le multinazionali francesi e i colossi privati come l’ACEA di Roma che si sono aggiudicate le gare sia a monte dalle sorgenti alle grandi adduzioni, e sia a valle all’interno delle città con l’erogazione diretta ai cittadini e la gestione delle reti e dei depuratori comunali.

In pratica, all’interno di una complessa architettura normativa fatta di regolamenti europei, direttive comunitarie, leggi nazionali e norme regionali, si ribadisce ad ogni piè sospinto che l’acqua è un bene pubblico inalienabile ma in realtà lo si affida nelle mani dei privati o in parte, come accade in Molise da anni per il trattamento dei depuratori, o completamente come accade altrove.

Sinistra Italiana ritiene dirimente che nel nostro territorio, si colga l’occasione della predisposizione di una legge regionale sul servizio idrico integrato, per acquisire il parere dell’ANCI, della Lega delle Autonomie Locali e dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia e approvare una norma che mantenga la gestione del ciclo idrico integrato in mano pubblica evitando ogni ipotesi di nefasta privatizzazione in favore di soggetti interessati a mercificare un bene comune innalzando le tariffe così come fatto in altre regioni e città di altri territori.

di Il Comitato Promotore Sinistra Italiana Molise

Angelo Minotti

Sara Ferri

Gigino D’Angelo