Dopo il Referendum: Che fare?

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Ricostruire una nuova prospettiva politico-programmatica per la sinistra italiana ed europea

di Michele Petraroia

30 gennaio 2017

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Aperta dalle relazioni di alcuni eminenti costituzionalisti come il Prof. Alessandro Pace si è svolta a Roma presso il Centro Congressi Frentani la Manifestazione dei Comitati Referendari del Centrosinistra per fare il punto sulla prospettiva politica italiana dopo il Referendum del 4 dicembre, la Brexit, le elezioni americane e la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum. 

Al cospetto di una sala gremita all’inverosimile sono intervenuti tra gli altri Arturo Scotto Capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati, Roberto Speranza per l’area riformista, Francesco La Forgia per SinistraDem, l’exPresidente della Rai Roberto Zaccaria, l’Europarlamentare Massimo Paolucci ed il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Presenti decine di parlamentari nazionali ed europei tra cui Nicola Fratoianni, Loredana De Pretis, e Alfredo D’Attorre di Sinistra Italiana, Antonio Panzeri, Davide Zoggia, Nico Stumpo, Danilo Leva e altri del Pd, amministratori locali, dirigenti sindacali, rappresentanti di associazioni giovanili ed il coordinamento nazionale di Uniti a Sinistra per un Nuovo Ulivo con Pietro Folena, Carlo Ghezzi, Franco Lotito, Emilio Gabaglio, Andrea Gianfagna e Angelo Lana.

 Ha concluso i lavori Massimo D’Alema con un intervento di straordinario spessore in cui ha richiamato i rischi dei nazionalismi risorgenti e dei pericoli delle politiche protezionistiche che nella storia sono state le due cause principali dello scoppio delle guerre. Portare l’Ambasciata Americana a Gerusalemme o le portaerei nel Mar della Cina lascia sconcertati. In questo contesto l’Europa balbetta e rischia di implodere nelle sue divisioni finendo sotto il tallone delle superpotenze che dominano il mondo con sprezzo per la democrazia. 

La sinistra è in crisi ovunque ma non per questo non ci sono studiosi che a carattere planetario stanno riscrivendo il paradigma di una società dove non sia possibile che 8 persone detengano la stessa ricchezza della metà degli esseri umani del mondo. L’Italia è finita nelle mani di una classe dirigente inadeguata e sconcertante capace solo di sollecitare nuove elezioni nazionali, pur in assenza di un progetto di governo, di un’alleanza chiara e di una legge elettorale omogenea per i due rami del Parlamento. Se si votasse subito con le attuali regole ne verrebbe fuori una maggioranza Movimento 5Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia visto che la somma dei parlamentari eletti dal Pd con quelli di Forza Italia sarebbero minoranza.In alternativa si profilerebbe una grande coalizione tra Renzi, Berlusconi e Salvini di centrodestra. 

Un esito simile va scongiurato con un Governo che faccia il proprio dovere, un Parlamento che predisponga una legge elettorale che riconsegni nelle mani del popolo la scelta dei deputati e senatori, e un centrosinistra che avvii insieme al Congresso Nazionale di Sinistra Italiana del 17¬19 febbraio anche quello del Pd per cambiare radicalmente linea e sostituire un segretario nazionale che ha sbagliato tutto dal Jobs Act, alla Buona Scuola, dalle riforme costituzionali all’Italicum fino alle politiche economiche e quelle per il Sud, l’Imu e i giovani visto che l’82% degli elettori tra 18 e 24 anni si sono posizionati sul No il 4 dicembre. 

Ogni dirigente, degno di questo nome che si richiama alla cultura e alla storia della sinistra italiana, nel caso il gruppo dirigente del Pd irresponsabilmente precipiti l’Italia al voto anticipato in queste condizioni, deve sentirsi libero ed avvertire il dovere civico di fare altro e da un’altra parte.

di Michele Petraroia